giovedì 5 novembre 2009
«No al crocifisso in classe»: titolone ieri su "L'Unità" (p. 12, J. B.) perché la Corte Europea «accoglie la richiesta di una mamma finlandese di Abano Terme». Articolo tutto per «la mamma» e per la Corte, e lì accanto una vignetta ironica paragona il crocifisso con «il premier imputato». Sulla pagina seguente «l'avvocato Paoletti» bacchetta Bersani: ha detto che «il crocifisso non offende nessuno», ma «è gravissimo attaccare una Corte internazionale»! Segue pezzo di Jolanda Bufalini: ancora metà spazio alla «mamma» con marito «medico di idee radicali», poi leggi che «la sentenza non è piaciuta alla Santa Sede e alla Cei», ma «la chiesa protestante» è contenta. Insomma: "L'Unità" è senza incertezze: fuori il crocifisso! Infatti già a p. 3 c'è Staìno sfottente sulle perplessità nel Pd, e sotto ci si diverte: con "la Lega (che) vuol appendere in classe anche John Wayne", con Buttiglione, la Gelmini, Bersani e D'Alema, finendo in grossolana facezia su «Gesù morto cadendo per le scale». Dicono che oggi "L'Unità" è giornale del Pd? Pare di sì, ma in condominio con "Europa", che di suo ieri sul tema ha in prima una riga e mezza " «Il crocifisso, altro precario della scuola: siccome sono pochi"», poi a p. 4 in 3 righe scrive che «la memoria del Governo sul crocifisso è suicida». Niente altro"Malpelo legge e ripensa. Sul tema crocifisso e luoghi pubblici proprio "L'Unità" (25/3/1988) pubblicò un bellissimo e forte appello di Natalia Ginzburg, certo non cattolica: «No, non lo togliete, è simbolo dell'uomo"La croce rappresenta tutti!» Cambiano i partiti e cambiano i giornali di partito. Spesso in peggio!
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