domenica 25 luglio 2010
"L'Unità" ieri: due pagine sul «progetto ambizioso» della Scuola di politica su religioni e identità: "Al via 'Democratica'". Inizio con riassunto del dialogo a tre sulle «nuove identità» delle religioni: «da definire avendo ben presente l'esigenza di laicità» e da far «convivere tenendo ben fermo il rispetto della laicità». È un dialogo, davanti a «molti ragazzi, tutti giovanissimi», tra «il rabbino capo di Firenze, rav Joseph Levi, l'imam Samir Khaldi e il vescovo Vincenzo Paglia». Centrale il no all'«uso strumentale e politico della religione», e tu leggi che per mons. Paglia se l'Europa rinuncia al contributo delle religioni lo fa con «rischio evidente di insignificanza». Tutto qui? Sì. Agli altri due va un po' meglio in quantità, poi Pd, Veltroni, e Vendola, e Bersani, ecc" Forse in un paio d'ore i tre «religiosi» hanno detto anche altro, sul grande tema dell'identità religiosa" Certo una riduzione eccessiva. E a proposito di riduzioni, per la religione, il vizio è diffuso. Ieri per esempio su "Italia Oggi" (p. 9), a occhio e croce agli antipodi de "L'Unità", questo titolone: "Il Papa dà le spalle ai fedeli durante la messa"! È grave? Vero che non bisogna dare mai le spalle alle signore, e tra i fedeli ce n'è sempre qualcuna" No. Nel pezzo, sotto il logo "Vaticaneide", l'Autore pare scoprire che nella cappella privata del Papa l'altare è rivolto verso il muro, e di suo deduce che «usa il messale tridentino» " con ovvia gioia di lefebvriani e nostalgici " ma" non può farlo sapere, perché assediato dai progressisti conciliari. Finito? No: per obbligo di dichiarazioni secche della Sala Stampa vaticana subito sotto la correzione: il Papa celebra sì con le spalle al popolo, ma usa il Messale di Paolo VI. E allora? Allora niente: acqua calda.
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