domenica 6 novembre 2005
C' è un ultra darwinista londinese, Steve Jones, il quale sostiene (Corriere della sera, martedì 1) che «i creazionisti sbagliano e la prova è nell"occhio»: quello dell"uomo è meno perfetto di quello delle api, «che possono vedere gli ultravioletti», e dei sensori che «correggono le iridescenze colorate che circondano le immagini passate attraverso gli obiettivi» fotografici. Il fatto che, ciononostante, egli possa riferire queste scoperte non dice nulla al nostro Steve. Un altro darwinfondamentalista è Oliver Sacks, «neuroscienziato e medico», che si ricorda ancora «dei tempi in cui eravamo pesci» e dice di essere «nato ebreo» e di «essere ateo sin da quando avevo cinque anni». Da ragazzo prodigio un po" cresciuto, Sacks afferma che «Darwin non ha Dio», come dice il titolo della sua intervista all"Espresso (3 novembre). Nessuno dei due si chiede il perché dell"universo e della sua evoluzione e il loro mutismo è tra ciò che genera "sconforto" (Corriere, giovedì 3) nel più famoso dei fisici viventi, Stephen Hawking. Questi nel suo ultimo libro («La grande storia del tempo») sostiene che «i filosofi che si dovevano chiedere» quel perché «sono stati sopraffatti dalle teorie scientifiche» e, da scienziato coerente, «ripone l"unica speranza nel sogno di una teoria unificatrice della natura, la teoria del tutto, inseguita invano anche da Albert Einstein».Il giorno che questo sogno si avvererà «potremo decretare il definitivo trionfo della ragione umana, arrivando a conoscere il pensiero stesso di Dio». Anche Darwin la pensava così. Ai darwinisti smemorati lo ha ricordato Vincenzo Cappelletti (insegna Storia della scienza a Roma 3) presentando il congresso sull"Infinito che si terrà a Roma, Università Lateranense, questa settimana: «Charles Darwin, nell"ultima pagina dell"ultima edizione del suo "L"origine della specie", adombrava che all"origine di tutta la discendenza biologica potesse anche esservi una sola prima entità vivente "sulla quale Dio ha alitato"». Mi potrei fermare qui, ma anche senza ricorrere alla fede, che quel "pensiero stesso di Dio" ce lo ha già rivelato, credo che non serva rincorrere il sogno hawkinghiano.È sufficiente notare che, se il cosmo e la sua evoluzione " come Luca e Francesco Cavalli Sforza scrivono su Repubblica («Tutto ci dice che Darwin aveva ragione», sempre giovedì 3) - sono frutto solo «del caso ["] e della necessità», senza una ragione all"inizio e uno scopo alla fine, allora tutto, ma davvero tutto è senza senso. Anche quello che affermano i vari Jones e Sacks e i Cavalli Sforza padre e figlio.
ATEI IN LIBERA USCITA«Atei di tutto il mondo unitevi per lo "sbattezzo" globale» (Liberazione, sabato 29). Come si vede, sullo stesso versante dell"ultradarwinismo c"è anche il faceto, rappresentato dall"Uaar, l"unione degli atei e degli agnostici razionalisti. In tutto il mondo loro sostengono di essere fra uno e mezzo e tre miliardi, ma in Italia si accontentano di mille iscritti (in tutto) sparsi in 18 città. In cambio li si potrebbe definire atei praticanti: hanno fondato l"«Associazione per lo sbattezzo» e hanno lanciato la campagna permanente «Scrocifiggiamo l"Italia» e soprattutto «ancorché atei sono "missionari"».Curano infatti il «Darwin day», la «Settimana anticoncordataria" e la "Settimana antigiubileo», pubblicano «biografie non autorizzate» di Padre Pio e di Madre Teresa, organizzano «corsi di autodifesa intellettuale» nei quali chiamano militarescamente l"eutanasia «libera uscita» e raccolgono barzellette «rigorosamente» antireligiose. Per esempio, chiamano «idolatria» il culto dei santi, senza accorgersi che, se davvero fosse idolatria, sarebbe una meritoria pratica di ateismo.
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