venerdì 8 novembre 2013
Quando la malattia si dimostra inguaribile: e disposta solo a peggiorare. Quando il male sembra invincibile, la vita irreparabile. Quando proprio non si vede - non c'è, non esiste - salvezza terrena. Questa è l'ora di Dio: l'ora in cui ciascuno - se si apre a Dio, se la Grazia lo tocca - trova la verità di Dio nel proprio cuore. Non è facile, perché spesso Dio continua a tacere. E bisogna capire - non è facile, non è facile - che anche in questo modo Lui ci dice qualcosa: mettendoci alla prova. Una prova carica di necessità, di senso: perché solo dentro il nostro lungo insistere prende corpo, assai lentamente, la Grazia e noi comprendiamo - percepiamo, addirittura - che il silenzio cui ci rivolgiamo non è vuoto: è un Silenzio nel quale si addensa una Presenza sempre più univoca. Alla quale possiamo offrire ogni nostro fallimento, ogni nostra caduta. Questa Presenza ne condivide con noi il peso, riempiendo d'una singolare dolcezza il dolore e la fatica che continuiamo a provare: li fa diventare suoi, li trasforma - sentiamo, nel profondo - in salvezza e vita. Potessimo saperlo sempre. Sta in noi, magari, ma non ci riusciamo: l'attimo dopo siamo scivolati nella meschina esistenza quotidiana, chiusa dalle sue logiche e priva di speranze. Potessimo sapere sempre che è sempre l'ora di Dio.
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