L'olio italiano sa parlare tedesco
sabato 17 ottobre 2009
L'olio di oliva italiano sbarca in forze in Germania. Anche questo è un modo per superare la crisi economica che non risparmia l'agricoltura, seppur sembra in maniera minore rispetto agli altri settori. Ma che sia l'olio di oliva uno dei cavalli di battaglia dell'agroalimentare italiano all'estero è un segnale importante delle capacità che ancora hanno i nostri produttori.
A lanciare il prodotto nel secondo mercato più importante per il settore " quello tedesco con il 18% del totale dell'export dopo il 31 degli USA " è stata l'Unaprol (il Consorzio Olivicolo Italiano) sulla base del Programma europeo "Olio extra vergine di oliva: qualità europea". Si tratta di una campagna di informazione e di promozione che durerà tre anni è che ovviamente è stata presentata a Colonia nel corso dell'Anuga: la vetrina più importante in Europa in fatto di alimentare. A confortare l'iniziativa bastano pochi dati. Quello tedesco è il primo mercato di sbocco per l'olio extra vergine italiano in Europa. Il volume dell'interscambio sfiora i 70 milioni di euro all'anno e rispetto al 2007, nel 2008 i produttori hanno incrementato del 2,3% il valore delle esportazioni.
Ciò che più conforta, tuttavia, non è tanto il lancio di un programma di valorizzazione e promozione all'estero, ma quanto è già accaduto proprio all'Anuga: decine e decine di contatti commerciali fra produttori e compratori che potrebbero far pensare ad un buon numero di accordi commerciali che potrebbero far salire la quota dell'export olivicolo nazionale. Un traguardo che non sembra essere così distante come, invece, spesso si è portati a credere.
Proprio l'export, in effetti, sembra dare qualche speranza in più all'agroalimentare nazionale. Anche se occorre guardare al di là dei numeri generali per comprendere quali siano effettivamente i movimenti reali degli scambi. Secondo Confagricoltura, in ogni caso, la crisi c'è anche per questo settore che, però, resiste meglio di altri comparti. Dati Istat sul commercio estero complessivo e su quello con i paesi Ue riferiti al mese di agosto 2009, infatti, emerge che le esportazioni di prodotti alimentari trasformati hanno presentato un aumento che, anche se molto lieve (+0,2%), denota un miglioramento rispetto alla contrazione dell'intero periodo gennaio-agosto 2009, su gennaio-agosto 2008 (-3,3%). Nello stesso periodo, inoltre, le esportazioni complessive dell'economia sono scese del -24,8 % ad agosto 2009 su agosto 2008 e del -26,2% nei primi otto mesi dell'anno. Non così bene è andata per l'agricoltura in senso stretto (le esportazioni dei prodotti agricoli allo stato fresco sono diminuite del 24,7%). Ma i numeri indicano una strada. Puntare sempre di più sugli investimenti e sulle agevolazioni che possano aiutare le vendite all'estero, sembra essere la direzione giusta. Sempre che siano ben orientati sui mercati più importanti e più promettenti.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: