sabato 8 marzo 2014
Tu gli parli e lui scrive. Tu lo carichi e lui ti sveglia. Tu lo istruisci e lui depista gli indesiderati. Tu sorridi e lui ti immortala. Tu gli dai un indirizzo e lui ti porta a destinazione. Per lo smartphone non c'è nulla di finito, le app(lication) disponibili fanno impallidire anche un maggiordomo. Di sicuro (forse) costa meno. Ma la livrea inizia ad andare stretta, vuole indossare pure il camice bianco e ci sono scienziati che ci lavorano su. Misurare la pressione del sangue potrebbe essere un buon inizio. Ma è nella fotocamera la sua potenzialità maggiore, assicurano i ricercatori californiani della Stanford University che hanno messo a punto un paio di dispositivi per effettuare diagnosi oculistiche a distanza. Applicati al telefonino sono in grado di catturare immagini ad alta risoluzione della parte anteriore e posteriore dell'occhio da inviare in un clic allo specialista. Controlli più frequenti, fanno sapere gli scienziati, garantiscono cure più efficaci e anche servizi in luoghi poco accessibili. I dispositivi sono già stati testati durante una missione di soccorso medico in Etiopia e i risultati pubblicati sul Journal of mobile technology in medicine. Anche i costi non sembrano proibitivi: 90 dollari a pezzo, circa 65 euro l'uno. Nessuno però ha calcolato i rischi legati a eccessi e abusi. Già impazza l'autodiagnosi per il proliferare di siti internet che informano sulle malattie; per le cure ce ne sono altri che vendono medicinali e surrogati senza garanzie. Lo smartphone, sempre in rete, moltiplica le opportunità. E una volta indossato il camice bianco... chi glielo toglierà più!
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