giovedì 20 gennaio 2022
Una donna al vertice? Dopo aver goduto di una certa popolarità,il tema pare quasi abbandonato dai quotidiani, come sempre accade quando a prevalere è la retorica, magari sana, ma, come tale, tendente a svaporare. A riportarci alla dura realtà è la "Stampa" (19/1) che si affida a Linda Laura Sabbadini, direttrice centrale dell'Istat. Titolo: «Preistoria Italia e donne della Ue». Ignoriamo se in Europa si parli tanto di donne al comando, fatto sta che al comando ci vanno senza troppa retorica, essendo oggi a capo della Banca centrale, della Commissione e del Parlamento europei. Sabbadini, qua e là, ha toni veementi: «76 anni di Repubblica, mai una donna al vertice del governo, né al Quirinale (...). La prima ministra all'interno di una compagine governativa arrivò solo nel 1976, con Tina Anselmi». E così via, alla Corte Costituzionale e alla presidenza della Camera, e infine del Senato, dove la prima donna è eletta nel 2018. «Se non si cambia passo in fretta - conclude Sabbadini - si perpetuerà il monopolio maschile del potere che alleva e promuove i suoi adepti, e si continuerà a escludere le donne». Fatti. Come quelli ricordati dalla "Repubblica" (17/1): tra i delegati regionali che parteciperanno alla scelta del Presidente, «le donne "elette" sono solo 4 su 49» (alla fine potrebbero essere 6 su 58). L'esclusione prima risiede nell'indeterminatezza, sottolinea Elena Loewenthal sulla "Stampa" (16/1): «No, non vogliamo "una donna" al Quirinale. Vogliamo che tutte le donne di questo Paese abbiano un nome (...). E allora cominciamo a farli questi nomi». Seguono sette nomi e cognomi. «Ed è solo l'inizio della lista». Per triste ironia, con nome e cognome sui giornali ce ne sono. L'età è solo un dettaglio? «Nonna Emilia Colombo, a 86 anni sempre sugli sci» ("Corriere", 17/1). O Marisa Rodano ("Repubblica", 17/1), partigiana ed ex vicepresidente della Camera, intervistata da Concetto Vecchio. Candidata al Quirinale: perché no? Ha appena 101 anni, portati benissimo.
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