sabato 28 ottobre 2017
Era venuta una macchina a prendermi quella mattina e in pochi minuti mi aveva portato in una parte a me ignota della città. Si apre un cancello su di un giardino e viene incontro quel silenzio irreale di cui dispongono le case religiose anche quando sono fra le strade irrequiete del nostro tempo. Improvvisamente sei in un altro mondo dove ha vita la serenità e il sorriso e ti chiedi dove queste giovani donne che portano sui capelli un semplice velo bianco trovino tanta gioia di vivere, tanta forza di donare tempo per il bene degli altri, chi ha insegnato loro a parlare a chi vive nell'incertezza, nella paura, nella rivolta.
La casa ha ancora bisogno del lavoro dalle loro mani, ma il giardino ha piante di frutta matura, i viali fiori di ogni colore. Sono le suore missionarie di San Carlo Borromeo. «Perché avete lasciato la vita che scorre al di là di queste mura? Avevate paura del mondo, vi sentivate sole?». No rispondeva il loro sorriso: «Viviamo nel mondo, usciamo dalle nostre mura ogni giorno dove ci viene chiesto aiuto, regaliamo a chi vuole la nostra pace, il nostro amore che non chiede compenso, la nostra intelligenza per aiutare chi non ha la forza di affrontare le difficoltà di ogni giorno. Cerchiamo di far comprendere anche ai più sfortunati che non bisogna mai perdere la speranza né rinunciare alla forza di volontà. Nella lettura dal vangelo troviamo le strade del coraggio e alla sera alziamo una preghiera e un canto a Chi ci ha dato la felicità di regalare la nostra giovinezza a chi non conosce serenità e pace».
Poi mi danno un foglietto dove è scritto: la canzone del melograno che dice così: «In una piccola casa del cuore della città, c'è un giardino nascosto che nessuno può immaginare. Nel giardino c'è un melograno con i rami in fiore e tra i sassi del muro nascono le viole... devi dirmi dove è questa casa dei fiori... è da sempre che la cerco... bussa alla porta, nella casa del melograno c'è sempre il sole, segui il raggio di luce che ti porta dove il dubbio ritorna domanda, nel giardino c'è Dio che ti aspetta e ti vuole parlare, puoi sederti vicino e ascoltare».
Il loro canto finisce e tu improvvisamente comprendi come sia possibile mantenere quei visi sereni, quella felicità che non si può disegnare e scopri che le notizie oscure che tolgono luce ai nostri giorni si possono leggere con una luce diversa, che dietro alla crudeltà e alla morte c'è sempre un grido di aiuto, una solitudine nella povertà, un bisogno di giustizia e una richiesta d'amore.
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