giovedì 7 aprile 2011
Lupus d'obbligo, dopo gli "indovinelli": di chi sono le due citazioni di ieri? Ambedue in tema di Italia unita. Ecco la prima: «Signori, io non sono il difensore del potere temporale del Papa, ma credo dover mio il mostrarmi giusto a suo riguardo"Quando domandate al Pontefice di fare alla società civile le concessioni richieste dalla natura dei tempi e dal progresso della civiltà, ma che si trovano in opposizione ai precetti positivi della religione, di cui egli è Sovrano Pontefice, voi gli chiedete cosa che egli non può, non deve fare. Se assentisse a siffatta domanda egli tradirebbe i suoi doveri" e cesserebbe di essere rispettato come il capo della cattolicità" Questa sua, che non è ostinazione, ma fermezza è, a mio avviso, a giudicarne da cattolico, un titolo di benemerenza!» Chi è? Camillo Cavour, presidente del Consiglio, ministro degli Esteri e della Marina del Regno d'Italia da poco unita, nel solenne intervento del 25 marzo 1861 alla Camera dei Deputati: parla di Papa Pio IX, e lo fa anche «da cattolico»! Chi l'avrebbe detto? L'ha detto lui! Ed ecco la seconda: «Questo bestione (sic!) non comprende la bellezza e la grandezza dell'idea nazionale italiana!» Chi è? In replica immediata agli strilli di un diplomatico tedesco, che protestava contro l'ingiustizia della presa di Roma e l'offesa al Papa, lo borbottò" Pio IX stesso, a fine novembre del 1870! Lo racconta, da fonte sicura, nientemeno" Benedetto Croce («Storia d'Europa nel secolo XIX», ed. Laterza, 1932, p. 200). Ambedue i testi sono nel bellissimo volume «Cavour e la sua eredità», pubblicato di recente da Rubbettino. Qui uno dei crucci continui: quanti luoghi comuni cadrebbero, se chi ne scrive conoscesse la storia!
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