martedì 12 giugno 2012
Il prof. Marco Ventura scrive di religione sul "Corsera" e l'anno scorso (29/8, p. 40) ha denunciato in Italia la «drammatica carenza di una critica aperta di ogni religione», soprattutto di quella cattolica. Da noi nessuno osa criticare la religione? Pare follia sostenerlo, lui comunque ne è convinto e cerca sempre di rimediare da par suo. Sabato, per esempio, (p. 54) avverte che «lo scandalo scoppiato in Vaticano può inquinare i rapporti con l'Italia». Infatti «una procedura penale contro un individuo, nella Città del Vaticano, di per sé un fatto grave, sta diventando gravissimo: l'Italia ne è seriamente minacciata». Perché? Perché in Vaticano comanda solo il Papa, «non vige separazione dei poteri, non esiste controllo democratico, né libertà di stampa». Ventura è angosciato: «L'imputato non può sentirsi sicuro nelle mani di un ente… Città del Vaticano… in difetto rispetto a standard ritenuti basilari in Europa». E avverte che di fronte a questo «naufragio giuridico e diplomatico… una fuga di denso petrolio nel mare già inquinato dei rapporti tra Chiesa e Stato in Italia… lo sconcerto internazionale è destinato a crescere». In questo mare nuoterebbero Papa, Segreteria di Stato, Chiesa italiana e anche Quirinale, Palazzo Chigi e Parlamento intero: tutti coperti di "denso petrolio" come i poveri gabbiani del Golfo del Messico. Ma il prof. vuole salvarli e come un Wwf personale propone di abolire il Papa: tutto si sistemerebbe a puntino. Domenica ("La Lettura", p. 10) ce l'ha anche con «i populisti che arruolano Dio», contento che finalmente «nell'età secolare il popolo non appartiene a Dio»! Ecco perché ieri, sempre "Corsera" (p. 32) l'ultimo colpo. Annuncio sicuro: in Nigeria «la guerra di religione è un pretesto» e i cristiani sono ammazzati solo per il «petrolio»! Sempre lì siamo: petrolio universale.
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