L'intensità della Settimana Santa nelle arie del 600 cantate dalla Kiehr
domenica 4 aprile 2004
Momento privilegiato di penitenza e di preghiera, la Settimana Santa è sicuramente il periodo dell'anno liturgico che si è trovato al centro del maggior numero di composizioni musicali sacre, chiamate secolo dopo secolo ad accompagnare e commentare il precipitare degli eventi che, nel giro di poche ore, videro Gesù entrare trionfalmente in Gerusalemme e poi morire crocifisso sul Monte Golgota. Per la settimana santa è appunto il titolo della splendida edizione discografica (recentemente ripubblicata da Ricercar e distribuita da Jupiter) che l'ensemble francese La Fenice e il suo direttore Jean Tubéry hanno dedicato ad alcuni lavori nati intorno ai primi decenni del Seicento nell'Italia settentrionale e, in particolare, in ambito veneziano (la collana a cui appartiene l'album si chiama infatti "L'eredità di Monteverdi"). Un progetto che si afferma innanzitutto per l'alto valore delle scelte musicali: tra madrigali spirituali e mottetti, compianti e lamenti, dialoghi e salmi, toccate per organo e passacaglie per liuto, il talento creativo di Biagio Marini e Claudio Monteverdi, Adriano Banchieri e Maurizio Cazzati rivela una straordinaria carica spirituale e un'insospettabile impronta di modernità. Ma è la prova del soprano Maria Cristina Kiehr a offrire le sorprese più piacevoli: la passione, il trasporto e la totale immedesimazione con cui la cantante argentina affronta queste partiture innalzano a rango di capolavori assoluti pagine poco frequentate come lo Stabat Mater di Giovanni Felice Sances e La Maddalena ricorre alle lagrime di Domenico Mazzocchi. Due gemme incastonate nel prezioso diadema di una delle più felici stagioni dell'arte sacra della nostra penisola, colta nell'apice della sua spinta di invenzione e di sperimentazione; a ribadire la naturale inclinazione della musica liturgica a far proprie le forme e gli stili di quella profana, portando all'interno delle chiese e degli oratori un vero e proprio "teatro dello spirito". E quasi per osmosi i sentimenti di dolore e commozione che provengono dalla trasfigurata umanità della Vergine e della Maddalena investono e rapiscono l'ascoltatore, invitato a partecipare e a com-patire il dramma delle due donne gementi ai piedi della Croce.
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