sabato 21 giugno 2014
«Zenit» (19/6): per il professor Paolo Sorbi, intellettuale di lungo corso come me, Togliatti ai suoi tempi «voleva un partito né teista, né ateista né antiteista». No. Togliatti fino alla fine – del resto come Antonio Gramsci – volle il suo partito ateista e vide la religione come qualcosa da conoscere e da «superare». Quella formula non è sua, ma di Enrico Berlinguer (1977) nella Lettera al vescovo Bettazzi. In realtà, Sorbi ha letto qui (e attribuita al sottoscritto) la paternità di quella formula, ma non ha letto la precisazione successiva: solo Berlinguer cercò di liberare il suo Pci dall'antireligione di principio, e ne cancellò l'obbligo dagli Statuti di partito (1978). Purtroppo non fu capito, né da uomini di Chiesa ed esponenti del mondo cattolico né dai suoi compagni, e la storia seguente paga ancora oggi un prezzo amaro: partiti che si pensano come chiese – quindi con visioni ideologiche non laiche, ma laiciste. D'altra parte oggi mi pare sia chiaro che la Chiesa non si pensa né come partito, né legata a un solo partito. Nella Chiesa-non partito princìpi saldi e condivisi, applicazioni concrete anche variabili per circostanze e coscienza. Nei partiti-non chiese l'opposto: ideologieanche molto diverse, pratica unitaria. Bella differenza!
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