sabato 1 agosto 2015
Gli emigranti. La storia d'Europa è il racconto delle continue emigrazioni dei popoli scesi dal nord. Ora è il sud del mondo che invade, non più con le armi, ma con la pressione di uomini, donne e bambini che risalgono le terre d'Africa e del Medio Oriente per trovare in Europa rifugio e possibilità di vita. È una conquista che non si avvale delle armi, ma della forza invincibile della disperazione. E noi, chiamati popoli liberi, non abbiamo sufficienti progetti per fermarla, né barriere da costruire per chiuderci nel nostro egoismo europeo.Abbiamo invece dimenticato la storia tanto vicina dei nostri vecchi quando avevano venduto le loro case, quel poco che possedevano per cercare lavoro e vita tra gente lontana senza conoscerne la lingua né le abitudini. La nostra emigrazione ebbe inizio nel 1870 quando si partiva per l'Argentina e per il Brasile. «Mamma mia dammi cento lire che in America voglio andar!» Cantavano ancora i giovani del Novecento quando l'America veniva descritta come un paradiso terrestre e le agenzie offrivano viaggio gratuito e terra da riscattare con trenta anni di lavoro. La gente costretta a partire, prima della Grande Guerra, non aveva sufficiente istruzione per difendersi, per farsi comprendere e quello che trovavano era molto diverso dalle promesse ricevute.Sui loro passaporti era stampato: «Attenzione i nazionali che vogliono recarsi in America devono prendere imbarco su un piroscafo di vettore di emigranti con biglietto rilasciato da uffici autorizzati. Rifiutare proposte di Agenzie di Emigrazione non autorizzate». Di questo grande esodo si conservano ancora i ricordi nelle case di montagna del Trentino, anche se l'emigrazione continuò dopo le due guerre europee ed ebbe fine solo nel 1960. Di questo abbiamo tutto dimenticato, anche la speranza al punto che non sappiamo vedere nei nuovi emigranti che degli invasori, gente che viene a disturbare il nostro vivere egoista, di poca carità. Sono i nostri fratelli di pelle nera che nei secoli trascorsi abbiamo sfruttato nelle loro miniere di carbone, di diamanti e d'oro, privandoli anche della propria dignità.Queste barche piene di umanità disperata sono certo difficili da accogliere, ma fino a che l'Europa tutta assieme non troverà modo di costruire la pace e un accesso al lavoro nei loro stessi paesi, inutile sarà il filo spinato, il muro o l'esercito a contrastare il bisogno di vita che nasce con la forza della disperazione.
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