martedì 12 dicembre 2017
Ebbene sì, c'è in giro ancora tanta gente che, malgrado delusioni, freddezza e scetticismo crescenti, non si sente affatto stanca dell'Europa. C'è ancora più di qualcuno che crede anche nella possibilità di rilanciare – dal basso – l'europeismo nell'agire politico. E di farlo, nientemeno, puntando sulle buone pratiche e sulla capacità di rinnovare stili e modi di amministrare la cosa pubblica. Il tutto senza bisogno di schierarsi politicamente né a destra né a sinistra né al centro, ma solo a sostegno dei principi democratici fondamentali, della tutela dei diritti umani e del benessere dei cittadini del Vecchio Continente.
Di questo si è avuta una convincente e festosa dimostrazione mercoledì scorso a Vienna, durante la consegna dei primi premi assegnati dall'Innovation in Politics Institute. Si tratta di un sodalizio con base nella capitale austriaca e rappresentanti in otto Paesi (Italia compresa), che nel maggio scorso ha lanciato gli Awards 2017, coinvolgendo tutti gli Stati membri dell'Unione. Lo scopo è precisamente quello di incoraggiare progetti innovativi, premiando esponenti politici locali o nazionali che si sono dimostrati creativi ed efficienti sul territorio e nelle rispettive comunità.
Subito dopo il lancio dell'iniziativa, è stato aperto un bando online per entrare a far parte della giuria internazionale, composta alla fine da 1.022 membri. La selezione è stata compiuta mediante sorteggio tra le richieste di adesione pervenute, cercando di costruire un campione rappresentativo della cittadinanza europea per età, nazionalità, sesso e professione. Dettaglio significativo: visto il gran numero di giovanissimi che desiderava partecipare, l'età minima dei giurati è stata abbassata in estate a 16 anni.
Nel frattempo affluivano le segnalazioni delle best practices, che dovevano rispondere a precisi requisiti: tra questi, l'essere stata promossa negli ultimi cinque anni da uno o più esponenti politici, l'aver goduto almeno in parte di finanziamenti pubblici, l'aver avuto effettivo impatto sulla vita di almeno 1.000 cittadini di uno dei Paesi membri del Consiglio d'Europa. Gli ambiti dei progetti sono i più diversi (dal civismo ai diritti umani, dal lavoro all'ambiente, dalla libertà alla vita comunitaria) e tutti devono dimostrare, oltre che di essere davvero innovativi, di aver risposto ad almeno uno dei seguenti criteri: incrementare fiducia e partecipazione democratica, costruire rapporti, risultare sostenibili e finanziariamente percorribili.
Tra tutte le 600 iniziative esaminate, la giuria ne ha selezionate 80 e infine, il 6 dicembre, sono stati consegnati i primi otto premi dell'edizione 2017, durante un gala che ha riunito 500 tra politici, giornalisti ed esponenti della cultura e delle professioni. Fra i progetti vincitori, figura l'italiano "Verso rifiuti zero - Tariffazione puntuale", lanciato nel 2012 nel comune di Capannori, provincia di Lucca, giudicato il migliore nella categoria "Comunità".
A ritirarlo, il promotore ed ex assessore all'ambiente della cittadina toscana Alessio Ciacci, che negli anni successivi ha contribuito a diffonderlo anche in Val di Susa e a Rieti. Il sistema di tariffazione da lui messo a punto prevede la "riconoscibilità" dei rifiuti nei contenitori consegnati alle famiglie e il controllo automatico da un apparato di lettura a bordo dei camion della raccolta. L'innovazione ha prodotto sostanziali vantaggi ambientali, economici e occupazionali, avvicinando l'obiettivo "zero waste" – spreco zero – che è il sogno di qualunque amministratore locale.
Tra gli altri premiati, figurano l'ex-ministro francese all'innovazione e alla digitalizzazione Axelle Lamière (ha promosso un'originale forma di scrittura collettiva online di una proposta di legge, che ha coinvolto oltre 21mila persone ed è stata poi approvata dal Parlamento francese) e il polacco Piotr Kowalski (ideatore di un sistema di videotraduzione del linguaggio dei segni per non udenti adottato in diversi uffici pubblici). Insomma, la buona politica è ancora possibile. Perfino in Italia. Alla faccia degli euroscettici.
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