L’esploratore sulle tracce di Dio che divenne fratello di tutti nel Sahara
giovedì 1 dicembre 2022
Essere fratelli significa condividere le radici, il cammino, il destino; significa riconoscersi figli di uno stesso padre e sentirsi amati dello stesso amore. Si tratta di un’esperienza che non ha colore, razza, confine: lo testimonia l’eredità di san Charles de Foucauld, che si presentava proprio come “fratello universale” a quanti incontrava nel Sahara tra Algeria e Marocco, dove lui aveva stabilito la sua dimora. La scelta della fraternità per de Foucauld fu l’ultima tappa di un cammino esistenziale articolato e complesso. Nato a Strasburgo il 15 settembre 1858, in gioventù aveva vissuto un’esistenza senza un credo, gettandosi poi in una fallimentare carriera militare. Congedato con disonore, si diede alle esplorazioni geografiche in Marocco, arrivando a guadagnarsi una medaglia d’oro conferitagli dalla Società di Geografia di Parigi. Al rientro in patria visse una nuova esperienza di ricerca: l’oggetto della sua “esplorazione” fu Dio. Fu grazie al confessore della cugina l’abbé Henri Huvelin, che nel 1886 trovò ciò che cercava e da quel giorno decise di dedicarsi solo a Dio. Entrò quindi tra i monaci trappisti, ma dopo alcuni anni lasciò la comunità e si recò in Terra Santa. Ordinato prete nel 1901, nel 1905 si stabilì in Africa, nel deserto, da apostolo tra i Tuareg, accogliendo chiunque passasse da lì. Morì nel 1916, beato dal 2005, è santo dal 22 maggio 2022. Altri santi. San Castriziano di Milano, vescovo (III sec.); beato Antonio Bonfadini da Ferrara, sacerdote (1400-1482). Letture. Romano. Is 26,1-6; Sal 117; Mt 7,21.24-27. Ambrosiano. Ger 7, 1-11; Sal 106 (107); Zc 8, 10-17; Mt 16, 1-12. Bizantino. 1Tm 3,1-13; Lc 20,9-18.
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