mercoledì 5 febbraio 2020
La Giornata nazionale contro lo spreco alimentare di oggi viene accompagnata dalla notizia confortante che si spreca meno che in passato. Intendiamoci: non siamo ancora all'optimum, perché il fresco di breve durata è il primo ad essere sacrificato, ma è chiaro che una certa sensibilità al non spreco è ormai entrata nella mentalità comune.
Il paradosso dei giorni nostri è che uno strumento che sarebbe dovuto servire per evitare lo spreco, il frigorifero, in realtà è diventato il suo contrario. Si butta ciò che viene dimenticato in fondo a quell'armadio che una volta la settimana viene riempito fino all'orlo, quasi a documentare un benessere. Anche questo fa parte dei cambiamenti sociali, dove quella figura di sapiente economia domestica che andava sotto il nome di massaia è sparita, senza sostituzione. Non si acquista ciò che serve alla giornata, ma ciò che in teoria può servire in una settimana, magari caratterizzata da una vita sociale intensa, fuori dalle mura domestiche.
Tuttavia, questa endemica stortura contemporanea sembra aver trovato una correzione, se è vero che la sensibilità a non sprecare sta attecchendo. E il merito a chi va? Difficile dirlo, certo è che la nostra epoca, dove l'informazione attraverso i social ha un suo peso, talvolta trova dei filoni virtuosi dietro ai quali ci si accoda. Spesso i mezzi social sono stati additati come negativi, origine delle cosiddette fake news, mentre invece rispecchiano comuni sentimenti (che non c'entrano con la verità delle cose, sia chiaro) portati alla comune conoscenza. I social non sono il male nella misura in cui vengono utilizzati per uno scopo buono. Di certo sono un indice di libertà, se è vero che una faccenda come il coronavirus ha potuto restar nascosto, nonostante fosse stato individuato da un medico cinese, immediatamente ammonito dalle autorità. Il risultato è sotto gli occhi di tutti e ora i social stanno impazzendo al contrario, creando un panico ingiustificato che in molti casi rasenta la discriminazione.
Persino il mitico Carnevale di Ivrea, quello della battaglia delle arance, è finito sotto la mannaia dei social per un comportamento discutibile del suo Generale, che è stato invitato a dimettersi. Anche qui i segni dei tempi: una volta si vociferava, oggi si esibiscono le prove in pasto a tutti. E siamo tutti sotto osservazione. Anche il cibo lo è: si possono mostrare le ombre, ma anche le luci. I ministeri dello Sviluppo economico, della Salute e delle Politiche agricole hanno annunciato l'arrivo del NutrInform Battery, che indicherà per ogni cibo il valore dell'apporto nutritivo. Un barlume che apre a una nuova via della comunicazione. Anche se si può fare di più, molto di più, per arrivare a un'informazione più completa che contempli nozioni di sostenibilità. E soprattutto di self life (leggasi durata di un prodotto).
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