L'«Ode» di Händel per ringraziare la Santa protettrice di tutti musicisti
domenica 21 novembre 2004
Vergine e sposa: nell'apparente contraddizione che accompagna il nome di Santa Cecilia si celebra la grandezza di una delle più importanti figure femminili cristiane dell'antica Roma. Virgo clarissima, venne infatti destinata al matrimonio; dopo aver confessato al consorte di aver consacrato la propria verginità a Dio, lo invitò a battezzarsi, ma entrambi vennero poi scoperti e condannati a morte. Nel racconto della sua Passione, riportato in un testo risalente al V secolo, si narra di come, il giorno delle nozze, «mentre gli organi suonavano, ella cantava nel suo cuore soltanto per il Signore». Ed è proprio in virtù di questo breve passaggio che Santa Cecilia è stata scelta come protettrice della Musica e dei Musicisti, divenendo nel tempo oggetto di grande venerazione e fonte di ispirazione per intere generazioni di compositori. Nell'Inghilterra di fine Seicento, la London Society for Yorkshiremen commissionava ancora tutti gli anni un'opera per le celebrazioni che, ogni 22 novembre (giorno della Santa), culminavano in una funzione religiosa, una cena e un concerto aperto al pubblico, coinvolgendo autori del calibro di Draghi, Clarke e soprattutto Purcell. Sulla scia di tale devota tradizione, Georg Friedrich Händel concepì la famosa Ode for St. Cecilia's Day, eseguita per la prima volta il 22 novembre 1739 al Royal Theatre in Lincoln's Inn Fields. Il testo di John Dryden - From Harmony, from Heav'nly Harmony - fornì al compositore sassone la materia prima per plasmare un variopinto universo sonoro, che alterna passaggi di maestosa gravità a squarci di immediatezza melodica; per evocare il potere ammaliatore e taumaturgico dell'arte musicale, ma soprattutto il suo alto valore spirituale, che investe di un'«armonia celeste» ogni angolo del creato. Parte da qui la sorprendente interpretazione dell'Ode a Santa Cecilia realizzata dall'Alsfelder Vokalensemble e dal Concerto Polacco diretti da Wolfgang Helbich (cd pubblicato da Naxos e distribuito da Ducale); dove l'attenzione a ogni singolo dettaglio esecutivo si traduce in una lettura di estrema coerenza interna, in grado di muoversi con gusto appropriato tra i luminosi corali e le deliziose arie solistiche, i solenni tempi di marcia e i pezzi più specificatamente encomiastici.
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