martedì 23 maggio 2023
Ha ragione Andrea Malaguti (“Stampa”, 21/5). Per descrivere – e una buona descrizione è il migliore dei commenti – il teatraccio messo in scena al Salone del libro di Torino attorno alla ministra Eugenia Roccella ci vorrebbe la penna di Michail Afanas’evič Bulgakov, uno che la censura, quella vera, feroce e sanguinosa, la subì sulla propria pelle. I fatti sono noti: le rappresentanti di Non una di “Non una di meno” (Nudm) e “Extintion Rebellion” hanno contestato duramente Roccella, fino a impedirle di parlare. Destra contro sinistra? In realtà un quotidiano assai severo con il governo, come la stessa “Stampa” (21/5), ha un titolo e sommario che è arduo definire di parte: «Il Saloon di Torino. Il blitz degli attivisti impedisce alla ministra di parlare sul palco. Scoppia la bagarre, 29 persone denunciate. Meloni: democrazia ignorata. Schlein: non accettano il dissenso». Ma c’è dissenso anche nel Pd, come nel titolo del “Corriere” (22/5): «Salone, il sindaco pd solidale con la ministra Roccella», che se vorrà tornare a parlare sarà la benvenuta. La “Stampa” (22/5), che giocando in casa non lesina le pagine, dà voce a chi attacca la Schlein ma anche alle contestatrici di Nudm: «“Quale fascismo, contestare è libertà, siamo noi a subire ogni giorno violenza”». Bisognerebbe tracciare una linea di confine che separi la nobile contestazione non violenta da quella rozza e becera, ma il clima rende impossibile una simile operazione, almeno per ora. I quotidiani di destra ci sguazzano. “Libero” (22/5): «Quelli dell’Armata Rossa. Censurano, insultano, poi frignano. Zittiscono un ministro e a chi protesta dicono che è contro la democrazia». Più asciutta la “Verità” (22/5): «La sinistra sta con gli aggressori». Il “Giornale” (22/5) incappa in un buffo refuso da eccesso di entusiasmo: «Saviano fa il capopolo (anziché capopopolo, ndr). Via al soccorso rosso allo squadrismo». L’ultima parola va data a chi avevamo consegnato la prima, Malaguti, e alla sua mesta profezia: «Una catena di piccinerie imbarazzanti. Un momento di grottesca follia bulgakoviano che si impossessa diabolicamente del palco della Regione. O forse, e peggio, dell’intero Paese. Perché con lo squilibrio delle menti che produce questo muro contro muro è facile prevedere che il patetico teatrino si ripeterà». © riproduzione riservata
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