sabato 10 marzo 2018
Arrangiarsi è un'arte pericolosa. Ieri in rete – titolone tutto maiuscolo – l'annuncio che «ad Albinea» si presenta il “Peccato originale”. Pensi al “Genesi”, ma non trovi Adamo ed Eva e leggi che è un libro di «Nizzi», che in realtà si chiama Nuzzi. Peccato non originale, ma veniale: pressappochismo! Peggio, molto peggio però sul “Fatto” (1/3, p. 17) sicurissimo di sé e arrangiato su tutto il resto Marco Marzano in «La Chiesa immobile di Papa Francesco», con “lancio” già in prima per esclamazione animosa: «Com'è immobile Bergoglio da quel 2013»! Convinto, Marzano: «Papa Bergoglio non ha fatto, nei 5 anni che ci separano ormai dalla sua elezione, alcuna riforma»! Che dire? A leggere la realtà sotto gli occhi di tutti trovi anche convegni “clericalissimi” che per contestare il Papa – roba di questi giorni in sede illustre qui a Roma e ripetuta da tempo altrove – offrono anche calcoli di interessi economici disturbati dalle sue parole e dai suoi gesti di riforma, e ti chiedi cosa sarebbe successo se papa Francesco avesse fatto anche altro, perché proprio ieri (“Foglio” p. 3) leggi «Il problema yankee di Francesco». Ma non basta, e il prode Marzano in pagina diventa anche profeta: «Le riforme non si fanno, e probabilmente non si faranno»! Ove quel «probabilmente» pare l'unico momento sensato, con conferma duplice proprio ieri immediata di volontà di riforma concreta. “Aci Stampa”: «Francesco ai giovani confessori: “Non siete padroni delle coscienze”»! Una riforma che tocca i cuori... E non basta. Sempre ieri (“La Stampa”, p. 19) ai preti: «La salvezza non si paga... Non fate pagare la Messa!». Dunque parole e fatti dicono “riforme” vere. Qualcuno si arrangi come può, ma se vuole decidere lui quali riforme deve fare, ha fatto o farà il Papa forse esagera: l'ombelico del mondo è ancora altrove!
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