sabato 9 luglio 2022
Ardua è l'arte della stroncatura. Se sei troppo morbido, non è una stroncatura; se sei troppo caustico, è una mascalzonata. La stroncatura può svelare verità o celare vendette. Chi stronca Boris Johnson, il giorno dopo la caduta (8/7), come si colloca? Tutti sembrano d'accordo: è bugiardo. Ma c'è modo e modo di dirlo. Ci va pesante Bill Emmott sulla "Stampa": «A Johnson mancano la competenza di base e la sobrietà per governare bene, e per tirarsi fuori dai guai ricorre quindi alle menzogne. È proprio questa sua periodica disonestà ad aver provocato la sua caduta». Sul "Giornale" gli fa eco Tony Damascelli: «Il suo modo di governare il Paese è stato definito dagli avversari come il più squallido, ipocrita, falso e volgare della storia inglese». Sintesi di Sabrina Provenzani sul "Fatto": «Boris è sempre Boris, spavaldo, arrogante, eccessivo anche mentre cade». Del tutto opposto è Nicholas Farrell su "Libero": «Sì, lo so, il mio amico Boris è trasandato e disordinato, un serial-donnaiolo e bugiardo patologico, ma è il più brillante politico britannico, e oso dire europeo, di questa epoca». Laconico Simon Kuper sul "Corriere": «Tornerà a dedicarsi al progetto che gli sta più caro: il suo successo. È un narcisista».
Anche il libro Rizzoli su Indro Montanelli finisce stroncato da Fabrizio Tonello sull'ultima pagina del "Manifesto" (7/7). Hitler «modestissimo» e «dal volto diafano»; voli inventati su Varsavia; improbabilissimi passaggi navali dalla Norvegia… Tutto pudicamente tagliato nel libro. Stroncati pure, postumi, Michelangelo Antonioni e il suo film "La notte". Giancarlo Giannini, intervistato da Stefano Giani ("Giornale", 8/7), ricorda Mastroianni: «Mi confidò che, leggendo il copione, non ci aveva capito nulla. Girando il film, nemmeno. "Sono andato al cinema a vederlo. E neanche lì ci ho capito niente"». Ah, il genio.
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