venerdì 1 luglio 2022
Il recente e bel saggio di Giordano Bruno Guerri Eretico o santo. Ernesto Buonaiuti, il prete scomunicato che ispira papa Franesco (La nave di Teseo) mi ha riportato alla memoria i molti seguaci di Buonaiuti che ho avuto la fortuna di frequentare a Roma nella seconda metà degli anni cinquanta e oltre: Silone, Jemolo, Piana Chiaromonte sorella di Nicola, Maria Fermi sorella di Enrico e tanti altri, perché il segno lasciato da Buonaiuti sulle persone che hanno seguito il suo insegnamento è stato profondo e duraturo. Ho appreso da quel libro che amica e corrispondente di Buonaiuti fu soprattutto sorella Maria di Campello, fondatrice di un piccolo gruppo di monache di base francescana dalle parti di Spoleto, al secolo Valeria Pignetti torinese (1875-1961). Una donna invero straordinaria, apertissima alle fedi religiose altrui, che fu in corrispondenza con Sabatier (lo storico protestante autore di una fondamentale vita di san Francesco), con padre Vannucci, con don Mazzolari, con padre Turoldo, con alcuni pastori valdesi, con Lanza del Vasto (ma di questo non sono sicuro), e perfino e soprattutto con Gandhi, con Albert Schweitzer. (Parte della sua corrispondenza è ripubblicata a Bose da Qiquejon). È un'ipotesi molto attendibile che quando Gandhi venne in visita ufficiale in Italia, un pomeriggio in cui sparì e di cui non resta traccia egli si sia fatto portare in macchina a trovare sorella Maria... Due persone per me molto importanti mi parlarono di lei, Aldo Capitini (e credo esista anche una corrispondenza tra loro) e Angela Zucconi, fondatrice "olivettiana" della scuola di assistenti sociali in cui ho studiato, il Cepas. Mi venne la curiosità di conoscerla anch'io e un bel giorno, nel tragitto che mi era abituale tra Roma e Fossato di Vico/Gubbio per tornare dai miei, osai fermarmi a Campello e salire su fino all'eremo. Sorella Maria non rispettava la clausura e uscì all'aperto per far due passi con me, timidissimo, intorno all'Eremo. Solo pochi minuti, in cui di fatto non si parlò che di Capitini e forse di Angela... La sua "apertura" religiosa, che mi parve vicina a a quella capitiniana, mi affascinava, e avrei voluto ascoltarla e ascoltarla, ma lei aveva di meglio da fare che intrattenermi... Quei pochi minuti hanno lasciato un segno certo nella mia memoria e mi hanno invogliato a recuperare i libri che la riguardano, godendo soprattutto del suo epistolario con Gandhi...

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