sabato 25 novembre 2006
Guance e facce: tra Vangelo e pagina. Ieri su "Repubblica", lancio in prima e tutta p. 21, Joaquin Navarro Valls, ex portavoce papale e noto aderente all'Opus Dei, riflette da par suo sul prossimo viaggio del Papa in Turchia: "Un viaggio lungo mille anni". Tutto bene, a parte una data redazionale, 1050, sbagliata di 4 anni. Ma con una singolarità. Il giorno prima, ancora lancio in prima e ben due pagine interne (50-51), due articoloni anonimi - per sciopero sindacale, o un po' anche per prudenza?(Ndr) - presentano un libro descrivendo proprio l'Opus Dei come un nido di serpenti e criminali, affaristi e ipocriti, masochisti e bigotti, ambiziosi e senza scrupoli, imbroglioni e pieni di complessi sessuali, ammanicati con tutti i peggiori poteri nemici di libertà e progresso, intrico di falsità e misteri più o meno oscuri, con l'accusa finale di aver persino costretto l'editore del libro recensito, la Rcs, a censurare buona parte del contenuto. Insomma, "Repubblica" e libro sulla scia di Dan Brown, già di suo squalificato a volontà dalla critica seria, contro l'Opus. Proprio così: ieri ti schiaffeggio, ti sputo addosso, ti straccio come veleno, ti disprezzo per due pagine e oggi ti pubblico con onore e visibilità. Che dire? Due cose. La prima è che sempre ieri l'editore smentisce l'accusa di censura. La seconda è di sostanza: per il Vangelo il buon discepolo "porge l'altra guancia", quindi Navarro è a posto; ma con che faccia "Repubblica", il giorno dopo quelle due pagine, pubblica un articolo che viene da quella sentina di vizi e delitti, affari loschi e manie sessuofobiche che sarebbe l'Opus? Boh!
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