L'allegro fisco dell'Inps
martedì 10 febbraio 2004
Non sono variate, rispetto al 2003, le detrazioni fiscali da applicare anche ai diversi trattamenti di pensione. E nell'Inps sono oltre 14 milioni i titolari di assegni e rendite interessati al beneficio spettante in presenza di carichi familiari (coniuge, figli, eventuali minori di 3 anni, portatori di handicap, altre persone). L'Istituto di previdenza ha proseguito pertanto ad applicare nel 2004 le stesse detrazioni del 2003. Ha apportato tuttavia (tabelle O della circ. n. 191 del 12 dicembre 2003) dei "ritocchi" alle cifre di legge, con un piccolo vantaggio per i pensionati interessati. L'aumento varia da 1 ad 8 centesimi sulle diverse detrazioni. L'Inps giustifica questa novità sostenendo che la legge impone di commisurare la detrazione al singolo prospetto di paga, che in questo caso è la rata mensile del pensionato. La buona fede dichiarata dall'Istituto nell'applicare la legge non bilancia però l'effetto finale di questa iniziativa. Lo spiega meglio un esempio fra i più frequenti: se un pensionato ha il coniuge a carico ed un reddito entro i 30 mila euro, ha diritto ad una detrazione di 496,60 euro l'anno; sulle 12 rate di pensione la detrazione appare nella cifra di 41,39 euro (arrotondamento di 41,3833 euro). Così è avvenuto nel 2003, ma nel 2004 l'importo annuale è stato aumentato dall'Inps a 496,68 euro, cioè di 8 centesimi in più. L'interessato, che sta riscuotendo le prime rate del 2004, non si accorge di questa modifica perché la detrazione mensile appare identica a quella dello scorso anno. Alla fine del 2004 il pensionato vedrà però apparire sul suo Cud un importo di 496,68 euro. Gli 8 centesimi in più provengono dalla semplice somma delle 12 detrazioni mensili con importo arrotondato. Sette od otto centesimi non cambiano certo la vita del pensionato. Ma alla fine del 2004 l'Inps, nella sua veste di sostituto di imposta, riepilogando i pagamenti mensili di tutti i pensionati con gli eventuali conguagli fiscali, commetterà una pesante irregolarità. I pochi centesimi abbuonati su ciascuna pensione, considerati complessivamente, riducono infatti l'imponibile totale della spesa pensionistica, sulla quale l'ente deve "girare" al fisco le ritenute di legge, di un importo stimabile in oltre 500 mila euro. Ancora più da spiegare è perché l'Istituto si sia impelagato quest'anno in un meccanismo fiscale tanto diverso da quello correttamente applicato nel 2003. Il fisco dell'Inpdap. Anche i pensionati del pubblico impiego si sono accorti che l'aumento annuale delle pensioni viene abbondantemente limato, se non addirittura cancellato, dalla somma delle ritenute fiscali (Irpef, addizionale regionale, addizionale comunale). In aggiunta, l'Inpdap provvede a sistemare in questo mese i conguagli fiscali per il 2003. Sulla rata di febbraio saranno rimborsate le somme a credito e saranno recuperate quelle a debito. In caso di incapienza, il recupero proseguirà nei mesi successivi con un interesse dello 0,50% mensile.
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