mercoledì 18 dicembre 2013
Ieri sul "Fatto" (p. 17) Fulvio Abbate: «Ho visto Crozza volare»! Critico sempre, però: «Lo dico senza dimenticare ciò che non mi convince della sua sostanza…». Lui, «l'altra sera su La7», ha visto un Crozza che «ci ha donato un meraviglioso Bergoglio nei panni del facchino… pontefice democratico pronto a sobbarcarsi il peso di un (…) frigorifero. Da consegnare...» Si esalta Abbate – «Ecce Crozza!» – elencando devoto i personaggi implicati nella "gag": «Stanlio e Ollio» insieme a Calvino – non Giovanni, ma Italo, compagno di scuola di Eugenio Scalfari – e «trucidi tifosi», e altri generi umani, e il «coro dei ragazzi di Cl» e persino «Piero della Francesca» e «la flagellazione di Cristo». Fuori di sé dalla soddisfazione, lui, fino a dimenticare che quella scena – «l'altra sera» – era doppione peggiorato di una precedente esibizione: l'altra volta era distratto. Ma perché ora è così esaltato? Rivelazione finale: «Il numero di Crozza ha reso tutti noi più laici, e la chiesa davvero nuda». Che dire? Quanto alla Chiesa: nella sua essenza di fede, è abituata alle «flagellazioni», al seguito di un Altro… Sul tasso di laicità, poi, non si discute. Ciascuno ha il suo: talora da lettino di Freud.
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