Kraus, i suoi «Miserere» e «Requiem» illuminano ancora il dolore umano
domenica 7 febbraio 2010
L'esperienza straziante della perdita di una persona cara apre domande e riflessioni da cui è impossibile sfuggire; ed è qui che arte e liturgia trovano un punto d'incontro dove la fede riesce a suggerire le sue risposte. Il rito delle esequie dei defunti rappresenta infatti da sempre uno dei gesti più intensi e pregni di significato religioso, e il suo apparato musicale un momento privilegiato in cui si esprime una precisa visione della trascendenza in rapporto all'insondabile mistero della vita che culmina nella verità dolorosa della morte.
In questo senso, se da un lato non conosciamo le differenti occasioni per le quali il compositore tedesco Joseph Martin Kraus (1756-1792) " le cui coordinate biografiche coincidono quasi esattamente con quelle del sommo Mozart " abbia concepito il Miserere, il Requiem e il mottetto Stella coeli, dall'altro l'ordine con cui questi brani sono raccolti nel disco diretto da Michael Schneider offre già da solo un'evidente chiave di lettura (cd pubblicato da Cpo e distribuito da Sound and Music).
L'adattamento del Miserere elaborato da Kraus e l'interpretazione del Deutscher Kammerchor e dell'orchestra La Stagione Frankfurt evidenziano una particolare abilità nel plasmare e modellare una ad una le parole del testo penitenziale biblico, con esiti paradigmatici nella toccante aria affidata al tenore («Contro te solo ho peccato») alla quale sembra replicare il canto del contralto («Un cuore affranto e umiliato, tu, o Dio, non disprezzi»); la prospettiva è la medesima con cui, nel Requiem, al tumulto suscitato dal Dies irae fanno seguito l'afflato della supplica di pace racchiusa nel Lacrimosa e l'impeto di solenne positività con cui il coro intona la sezione del Domine Jesu (con il «Re glorioso» chiamato a liberare le anime dalle pene dell'inferno), preludio ideale alle vibranti invocazioni dell'antifona mariana Stella coeli, dove la domanda di salvezza eterna è affidata all'intercessione della Vergine.
Musiche che parlano direttamente al cuore dell'uomo, a un dolore che non può esser tolto, ma anche a una speranza ultima che non può essere soppressa: che guarda indietro per chiedere l'intervento della Misericordia e in avanti per cercare fiduciosa il disegno buono della Provvidenza.
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