giovedì 16 luglio 2015
A volte indossa la mimetica l'angelo custode. Anzi, gli angeli custodi. L'immagine calza a pennello per due nostri militari italiani in missione in Kosovo che hanno salvato la vita a un bambino colpito da un grave malore mentre era in pellegrinaggio con la sua famiglia presso un monastero ortodosso a Pec. I due militari italiani, in forza al Joint Regional Detachment Center (Jrdc) della missione Kfor in Kosovo, si trovavano presso il Patriarcato di Pec per una delle numerose visite di reciproco scambio con le autorità religiose locali. Non dimentichiamo che ai nostri militari spetta il delicato e importantissimo compito di proteggere i monasteri e le chiese ortodosse della zona. I due soldati, appartenenti uno alla Brigata Ariete di Pordenone, l'altro al 28mo Reggimento di Pavia, hanno notato che un bambino di 6 anni versava in evidente pericolo di vita, colpito da malore (uno choc anafilattico dovuto alla puntura di un insetto). Fondamentale è stata la prontezza dell'intervento: i militari italiani hanno effettuato il primo soccorso ed hanno immediatamente trasportato il bambino e suo padre all'ospedale di Pec, attivando nel contempo le strutture sanitarie locali per il ricovero d'urgenza del piccolo. Il bambino è stato dichiarato fuori pericolo ed ora sta bene. I familiari hanno ringraziato i nostri militari per il rapido intervento, che non è un caso isolato, per i 550 uomini della missione Nato K-For, che sin dal 1999 contribuiscono alla sicurezza, ma anche all'assistenza sanitaria della popolazione del Kosovo.
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