venerdì 6 giugno 2014
Ci sono i casi esemplari come quello di Alessandro Manzoni che incluse nel testamento il suo servitore. Di Giuseppe Verdi che lasciò il suo patrimonio ad asili e istituti per disabili. Del presidente Enrico De Nicola che beneficiò orfanotrofi, ospizi e il Monte di Pietà di Napoli, disimpegnando così biancheria e indumenti di tanta povera gente. Ma i "testamenti solidali", oggi, nel 50% dei casi sono lasciti sotto i 20mila euro. Più generose le donne, quasi il 64%. E c'è anche chi, l'8,5%, lascia somme sopra i 100 mila euro. La fotografia del fenomeno – cresciuto del 15% negli ultimi 10 anni nonostante la crisi – emerge dal sondaggio tra 700 notai (il 14% del totale) realizzato per «Italiani brava gente, storie di generosità tra passato e presente», l'evento lanciato dal comitato Testamento solidale, promosso da grandi onlus (ActionAid, Ail, Aism, Fondazione Don Gnocchi, Lega del Filo d'Oro, Save the Children, Amref, Università Campus Bio-Medico e Operation Smile).Anche nel nostro Paese sta affermandosi la cultura del lascito solidale, nonostante la bassa propensione degli italiani a pensare al post mortem: tra gli over 55 meno del 16% pensa a fare testamento, mentre in Gran Bretagna è l'80% e negli Usa il 50. «Un gesto semplice, un atto d'amore alla portata di tutti e che non lede i diritti dei propri cari. I lasciti, anche piccoli, fanno la differenza per l'opera delle ong», spiega il portavoce del network Rossano Bartoli. Per informazioni: www.testamentosolidale.org
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