domenica 13 marzo 2016
Una biciclettata di otto chilometri per dire no alla discriminazione femminile. A guidarla, le milanesi di fede musulmana, con o senza velo, ma tutte sul sellino. Si svolge oggi a Milano, da via Padova fino a Porta Venezia, la prima iniziativa simile nata all'interno della comunità islamica. Nel mondo e anche nel capoluogo lombardo c'è ancora chi pensa che per una donna pedalare sia disdicevole. L'11 febbraio erano state le dichiarazioni di Ali Abu Shwaima, l'imam della moschea di Segrate, a far discutere. Aveva detto all'inviata di Striscia la notizia: «Essendo la donna una cosa sacra, una cosa di valore... Il diamante non è che lo si mette così; nella Cadillac, nella Mercedes, ma non sulla bicicletta... È più decoroso». L'imam si è poi corretto, arrivando ad aderire alla biciclettata, e anche le sue figlie girano abitualmente su due ruote. Comunque, per spazzare via gli equivoci, varie associazioni (tra cui l'Admi-Donne musulmane e l'Ummi-mamme musulmane) hanno indetto la manifestazione, aperta a tutte a tutti; anche il Comune appoggia l'iniziativa, fornendo a chi volesse biciclette con BikeMi, il servizio di bike sharing.Spiega una delle organizzatrici, Sumaya Abdel Qader, 37 anni, tre lauree e tre figli: «Vogliamo superare il tabù della discriminazione femminile, che non fa parte del vero islam ma che è presente in una certa parte retriva della cultura maschilista, un retaggio culturale dei paesi di origine. Oggi invece, grazie alle seconde generazioni, c'è una maggiore consapevolezza sui diritti delle donne anche all'interno dei musulmani italiani».
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