Fu voce profetica a difesa dei poveri e degli oppressi
giovedì 9 maggio 2019
Beato il giusto, perché avrà bene, mangerà il frutto delle sue opere. Guai all'empio, perché avrà male, secondo l'opera delle sue mani sarà ripagato: così la voce profetica di Isaia ci invita ancora oggi alla ricerca del bene e alla costruzione della pace, dando giustizia ai poveri e agli oppressi. Sant'Isaia, profeta, operò nel Regno di Giuda nell'VIII secolo prima di Cristo, tra il 740 e il 700 a.C. circa. La sua eredità si è tradotta nel libro profetico più famoso dell'Antico Testamento, che, anche se porta il suo nome, in realtà è opera di più autori. I suoi 66 capitoli possono essere divisi in tre parti principali e solo la prima, secondo gli studiosi, può essere ricondotta direttamente a Isaia. L'appello del profeta, ancora attuale, scuote il popolo di Dio che rischia di allontanarsi dal Signore scegliendo uno sterile legalismo o ritualismo. Il suo messaggio trova una preziosa sintesi nelle parole del primo capitolo del libro di Isaia: «Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l'oppresso, rendete giustizia all'orfano, difendete la causa della vedova».
Altri santi. San Pacomio, abate (287-347); san Geronzio di Cervia, vescovo (V-VI sec.).
Letture. At 8,26-40; Sal 65; Gv 6,44-51.
Ambrosiano. At 6,8-15; Sal 26; Gv 6,16-21.
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