Chi spera nel Signore mette ali d'aquila
domenica 9 maggio 2021
Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana: la voce autorevole del profeta Isaia giunge fino dall'VIII secolo prima di Cristo e ci porta un annuncio di misericordia. Ma il profeta chiede anche la conversione del cuore, il ritorno all'unico vero Dio da dimostrare nei fatti: «Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l'oppresso, rendete giustizia all'orfano, difendete la causa della vedova». Isaia operò durante il Regno di Giuda nell'VIII secolo prima di Cristo, all'incirca tra il 740 e il 700 a.C. Dalla sua predicazione nasce la prima parte del libro dell'Antico Testamento che porta il suo nome e che di fatto è frutto di più mani. Tanti i temi affrontati nei 66 capitoli del “suo” libro: al centro c'è la salvezza dell'umanità, possibile grazie al “servo del Signore” che si fa carico delle sofferenze e delle ferite del mondo intero. Perché «quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile».
Altri santi. San Pacomio, abate (287-347); san Geronzio di Cervia, vescovo (V-VI sec.).
Letture. Romano. At 10,25-27.34-35.44-48; Sal 97; 1Gv 4,7-10; Gv 15,9-17.
Ambrosiano. At 26,1-23; Sal 21 (22); 1Cor 15,3-11; Gv 15,26-16,4.
Bizantino. At 16,7-16; Gv 9,1-38.
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