sabato 30 gennaio 2010
Ipocrisie. Sparse ovunque, ma ora conta che giovedì ("Sette" del "Corsera", p. 15: «Remember Faccetta Nera») c'è la replica di Gian Antonio Stella alla nipote di Benito Mussolini che indignata per l'apertura agli immigrati ha gridato: «Che facciamo? Mandiamo gli italiani in Africa?». Già: «Qualcuno» una volta gli italiani in Africa li mandò davvero, e viste certe efferatezze è il caso di tacere per vergogna. Silenzio opportuno, come ricorda "La Stampa" (p. 14): «Gli italiani non sempre brava gente». Molta ipocrisia da parte dei radicali (Bonino, e a Radio Radicale anche il solitamente attento Bordin) anche nella rivendicazione della 194. Loro la volevano abrogare tutta in nome dell'aborto libero, ma furono bocciati dall'80% dei cittadini. Il top dell'ipocrisia però, stesso giorno, è per «La laicità oggi» (Unità", p. 36) di Oreste Pivetta. Un capolavoro di ambiguità con sottotitolo di presentazione e programma: «La ricetta di Engelhardt: "Una terza via tra le fedi, ma poi scelgono i singoli"». Vi trovi Maurizio Mori, 24 carati di laicismo anticattolico, che raccomanda questo «teologo che fu un cattolico romano tradizionalista, contrario a certi modernismi della Chiesa, e poi si è ritrovato sulle sponde della chiesa cristiana ortodossa». Visto che oggi Engelhardt è per il libertarismo assoluto " «poi scelgono i singoli» " ti chiedi se le parole hanno un senso, ma peggio ancora è l'incipit del pezzo di Pivetta, con accusa indegna: «Il cardinale Bagnasco invoca nuove e ardite schiere di politici cattolici, non di politici onesti, ma di politici cattolici». Vero capolavoro di tartuferìa!
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