Voce della misericordia che accoglie chi sbaglia
sabato 14 novembre 2020
Il perdono è il segno più grande di un’umanità compiuta, che sa accogliere anche chi ha sbagliato e vuole riprendere la via giusta. Ed è per difendere questo messaggio di misericordia che diede la vita san’Ipazio di Gangra, vescovo vissuto nel IV secolo. La sua vicenda si colloca in un periodo storico particolare, quando la Chiesa s’interrogava su come comportarsi con coloro che durante la persecuzione erano tornati al paganesimo e che ora avrebbero desiderato tornare in comunione con i credenti. Della biografia di Ipazio si sa poco: nato in Cilicia, fu vescovo di Gangra (oggi Cankiri, in Turchia) e partecipò al Concilio di Nicea del 325 e a quello di Gangra del 340. Il Martirologio romano racconta che egli fu ucciso per strada, lapidato dai novaziani, seguaci dell’antipapa Novaziano che rifiutavano la possibilità del perdono per chi aveva abiurato. Altri santi. San Giocondo di Bologna, vescovo (VI sec.); san Serapio, martire (1179–1240). Letture. 3Gv 1,5–8; Sal 111; Lc 18,1–8. Ambrosiano. Dt 31,9–18; Sal 28 (29); Rm 3,19–26; Mc 13,5a.33–37.
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