mercoledì 28 aprile 2010
Paga la Mikado! Continua in pagina la pioggia di pubblicità del film "Agorà": inni da capogiro e qualche ridicolo. Qui le ultime a senso unico. 23 aprile: "Manifesto", p. 12: «La scienza dilaniata nel corpo di Ipazia». Per il «quotidiano comunista» «gli incappucciati di Cristo» " i fanatici «parabolani» " furono «precursori dei talebani». Ma in 15 secoli, prima dei talebani, nessun altro distruttore di cultura e monumenti? Urss di Lenin e Stalin? Cambogia di Pol Pot? No! Idem "Liberazione", p. 9: «Povera Ipazia, la pagana: uccisa dai "bravi" cristiani». Per fortuna sul "Tempo" (p. 29) Gian Luigi Rondi segnala l'«immaginaria» ricostruzione delle idee di Ipazia «essendosi perduta ogni notizia» dei suoi studi! E perciò su Internet Daniela Minerva, giornalista laica doc che da noi ha tradotto "L'eredità di Ipazia" di Alic Margaret (Editori Riuniti, 1989) denuncia i vari falsi del film, «polpettone blasonato» che con «messaggio generico sugli orrori dell'integralismo religioso si impossessa della vita di una donna e ne ignora valore e significato». Finito? No. «La filosofa» Nicla Vassallo ("Unità", 25/4, pp. 36/37: «Sindrome Ipazia per la Chiesa del XXI secolo») ci esorta tutti a tornare «alla filosofa di Alessandria». A parte la tragedia della sua morte nulla è rimasto? Fa niente, e fa comodo. Da ultimo il colmo. "Unità", 23/4, p. 43, «La scienza di Ipazia e la violenza cristiana»: Alberto Crespi spiega così «l'assordante silenzio della Chiesa» su Ipazia: «Bisogna capirli, poveretti: hanno già tanti problemi, di questi tempi»! Chiesa e cattolici: noi «poveretti»! Per fortuna c'è Crespi che ci capisce!
Dolenti note: qui ieri è stato ripubblicato un testo già uscito domenica 18: Lupus non ne ha colpa (e la redazione si scusa).
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