martedì 2 settembre 2014
Mi stupiva vedere il Nuovo Conte aggirarsi per gli stadi del Bel Paese con una faccia da italiano in gita piuttosto che con l'aria curiosa di un Commissario Tecnico/Selezionatore felicemente curioso d'incontrare candidati alla maglia azzurra: a Napoli - per dire - gli era toccato di vedere il peggior Maggio e di ricevere dagli stessi napoletani l'invito a lasciar perdere Lorenzo Insigne, il non profeta del momento, contestato come Quagliarella (e si capisce perché Di Natale al San Paolo ci torna soltanto da avversario). Poi, finalmente, lo stadio giusto - San Siro - la squadra giusta - il Milan - e i candidati giusti: El Shaarawy, Abate e Poli (per non dire Candreva e Parolo, anch'essi milites italici, come direbbe Lotito). Inizia la settimana azzurra - Olanda amichevole, Norvegia da Europei - e dalle convocazioni traspare il disagio di un campionato ceduto ai pedatori stranieri. Sembra non rendersene conto, il Ct, quando minaccia «Non avrò pietà per nessuno!»: in realtà, nessuno sembra aver pietà della sua Nazionale e rari sono i calciatori che tifano per una maglia azzurra, rarissimi quelli disponibili a infoltire il reparto difensivo un tempo punto di forza del Club Italia. Del Milan Conte ha senza dubbio ammirato la freschezza, la generosità, massì, diciamo pure l'intensità che proprio lui ha introdotto con la Juventus onnivora, al punto che, osservando i rossoneri in gioco, dotati di forsennato dinamismo, e il loro tecnico in panchina (e in campo quando gioisce dei gol rossoneri come se li avesse segnati lui) Inzaghi gli somiglia come un gemello: e non solo esteriormente, nei gesti del panchinaro, se è vero che anche Pippo è un patito del lavoro, un adorabile schiavista. Il Pippo che conobbi ragazzo - apprezzandone le qualità di killer d'area, mai immaginandolo maestro di gioco e di vita per l'egoismo costantemente esibito - è la vera e più piacevole novità di questo inizio di campionato: il suo Milan - non schiavo di tatticismi, libero e bello - è la squadra più “inglese” d'Italia. Può darsi che Fernando Torres, la faccia pulita che piace ai Berlusconi, lo completi; può anche darsi che rimpianga Balotelli, la “melamarcia” felicemente esordiente con la mitica maglietta del Liverpool. A proposito: Mario avrà pietà di Conte?
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI