venerdì 24 giugno 2005
"Più luce!" Così Goethe, sul letto di morte. "Magazine" del "Corsera", titolo oscuro ieri per Michele Salvati, in genere brillante: "La Chiesa non è l'associazione cacciatori". Si dice scandalizzato: al referendum la Chiesa italiana ha promosso l'astensione. Poi aggiunge: "Certo, era il modo più sicuro per ottenere la conferma della legge 40. Ma per la Chiesa non è il risultato quello che dovrebbe contare"non è ammessa una distinzione tra mezzi e fini". Calma! Incrocio di concetti, come al semaforo all'ora di punta. Il fine non era confermare una legge, ma evitare manomissione e soppressione di embrioni umani, carne e sangue realissima, anche se piccolissima. E poi guai a non distinguere tra fini e mezzi. E' un equivoco ben tenace e diffuso, tra tanti intellettuali "laici": chi afferma una verità forte - pensano - è per principio nemico della democrazia e fondamentalista. Per loro chi dice che Dio c'è, ed è uno solo, nega libertà e dignità di ogni altra religione e, naturalmente, di ogni persona atea. E chi dice che una cosa è moralmente negativa offende e violenta chi vive e pensa diversamente. E' un falso. Tutto dipende dai mezzi che vengono usati per affermare la verità, ed eventualmente per diffonderla. Gesù di Nazaret ha detto "Io sono la via, la verità, la vita", ma non per questo è un violento negatore della tolleranza e del rispetto per tutti. Chi nel corso dei secoli al fine di diffondere questo verbo ha usato mezzi violenti ha sbagliato, ma il fine resta giusto, e ben distinto dai mezzi. Infine: Gesù disse ai suoi di essere "semplici come colombe", ma anche "astuti come serpenti"(Mt. 10, 16).
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