martedì 4 luglio 2017
La volontà di affermarsi ad ogni costo è insensatezza: talora ridicola, talora dolorosa. Ridicolo p. es. (“La Verità”, 27/6: «Papa Francesco attacca i fabbricanti di armi, ma i primi cannoni li costruirono i Gesuiti») Marco Morin che richiama eventi cinesi tra VII e XVI secolo scoprendo che «i buoni padri Gesuiti al servizio diretto del Ministro della guerra produssero centinaia di cannoni di vario calibro... dedicati addirittura ai nomi di sante cristiane», con chicca “storica” secondo la quale «i seguaci di Sant'Ignazio» accusati di eresia dai Domenicani «presero a cannonate il loro convento di Macao». Pretesto ridicolo con scopo evidente: far capire che in redazione i “mercanti di armi” sono graditi e vanno difesi dalla accuse di Papa Francesco. Risposta a cannonate in pagina. Ci sono anche insensatezze dolorose. Evidente quella ritornante che sulla tragica vicenda Orlandi ci sia in Vaticano un “Dossier” con “la verità” dei fatti. Anche di recente, in pagina e sugli schermi, questa pretesa senza alcuna prova: letto e visto anche in anteprima, con l'Autore e pochissimi altri, il film di Faenza. Ho vissuto per 4 anni nel palazzo di S. Apollinare, ho conosciuto personaggi che il filmato implica tra i pretesi responsabili, ma tutti i fatti, anche quelli raccontati nel film, non giustificano assolutamente la conclusione dell'esistenza di un “Dossier”, e l'accusa di “menzogna al Vaticano” (su “Libero” in rete, 27/6, Lucia Esposito). Tragico il dolore della famiglia, del tutto senza base l'accusa. Mons. Becciu, Sostituto della Segreteria di Stato (“Corsera”, 29/6) ancora una volta: «Tutta la documentazione in nostro possesso è stata consegnata alla magistratura», e «in questo senso il caso è chiuso». Aperto ancora il dolore e il dramma, ma la “pretesa” per quanto “dolorosa” è senza senso, salvo l'ostinata speculazione: cannonate a vuoto.
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