martedì 14 settembre 2010
Capita che grandi giornalisti detti "laici" come Edmondo Berselli e Pietro Calabrese vogliano con chiarezza e senza ostentazione alcuna morire da cristiani e cattolici e in certe pagine " in prima fila "Il Fatto" " brontolii e malumori. E già: tanti sbandierano spesso la loro coscienza della modernità, ma l'altrui coscienza senza aggettivi resta indigesta se non somiglia e non si mette in coda alla loro. Coscienza. La sorte delle idee è mutevole, e un po' anche quella dei nomi. Per caso sul tavolo ingombro mi torna a galla ("Europa", 17/3/2010) il peana di un libro a firma Newman. No: non è John Henry, gigante di pensiero filosofico e teologico, gloria della ragione e della fede che Benedetto XVI si appresta domenica a beatificare. Si tratta di una Leslie Newman, scrittrice, che da 20 anni negli Usa si batte " alla lettera " «per i figli dei genitori dello stesso sesso», spiegando «agli studenti di tutte le età che le famiglie con genitori dello stesso sesso sono uguali alle altre». Il tutto senza avvertire la falsità intrinseca, nel caso, della parola «genitori», e senza capire che se una cosa deve essere spiegata vuol dire che non appare comprensibile. A proposito: leggo che la Newman ha fondato una casa editrice dal nome "Trycicle". Sarà facile andare in tricicletta? Qualche cervello è in barca... Anche in Scozia: infatti "Il Foglio" (9/9, p. 7) dà notizia che dopo lungo dibattito «la chiesa episcopale scozzese» quando si parla di Dio «ha bandito» ogni riferimento «maschile», perché «il genere di Dio è indescrivibile». Come faranno a tradurre i testi biblici? Useranno una" tricicletta!
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