sabato 19 gennaio 2019
Infortuni in pagina con sorriso, o anche senza. Ieri “L'Espresso” in edicola ha un testo che “fa dama” raddoppiando una singolarità del numero precedente. Questo infatti con data sabato 12 ospitava un articolo del bravissimo collega Guido Quaranta, che però già il giorno prima era segnalato in altre pagine come defunto, e qui (15/1) rilevavo la cosa con simpatia: capita, ma nel caso arriva anche la dama del raddoppio. Ieri infatti sul numero in edicola per Quaranta quattro pagine intere con bel ricordo del Direttore, appassionato e fraterno (68-69), cui ne seguono due (70 e 71) con 8 foto storiche del collega al lavoro. La “dama” è nel fatto che anche nelle più illustri redazioni il tempo passa, e le memorie impallidiscono. Perciò per la foto n. 3 leggi che il collega è con «Nenni idolo dei monarchici», ma c'è lui con Togliatti, e per la n. 4 Quaranta, detto «compagno fuori linea» rispetto a Togliatti, in realtà è con Pietro Nenni. Un sorriso e avanti, ma c'è ben peggio. Ieri con pretesa di “Verità” (p. 12 intera) leggi in un titolone che «Papa Francesco sta sbagliando tutto» perché trascurerebbe le radici della cultura occidentale e cristiana e così aprirebbe spazi all'islam con «il consueto messaggio: “Pure Gesù fu profugo”». Ebbene: stessa pagina, proprio lì sotto, c'è un altro titolone: «Ma parlando ai poliziotti Bergoglio si fa sovranista: “Custodite l'identità”». Insomma, una pagina con due facce opposte, ma ambedue esibite con pretesa di “verità”. Sopra il Papa «sbaglia tutto» e perciò è accusato di tradimento, sotto leggi che ordina l'opposto. Domanda legittima: se ne saranno accorti in redazione? Forse sì, forse no. Riposi in pace il collega Quaranta, ma per pagine come quest'ultima sarà bene ricordare agli autori la conclusione di una poesia di Trilussa sui discorsi insinceri: «E allora pianse, pianse così bene/ Che quasi ce rideva pure lui!»
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