venerdì 2 marzo 2012
Martedì ("Riformista", p. 2): "Se Ratzinger pensa alle dimissioni". In ritardo di parecchi giorni su fantasie altrui già seppellite, Vanni Nisticò – antichi ricordi: ex capoufficio stampa Psi, lista P2 ecc. – si avventura: «È opinione diffusa tra i frequentatori autorevoli dei giardini e delle stanze del Vaticano che il Papa possa lasciare». Beh! Che il Papa, ogni Papa, possa lasciare è noto da sempre, ma l'intrepido nei «giardini vaticani» ha visto un via vai di «frequentatori autorevoli» e insiste. Ad altri le chiacchiere giungono da "alti" prelati, ma lui può vantare confidenze di «un autorevole prelato di lungo corso». Non "alto", ma "lungo", il suo "prelato": è modernità! Bel corso di giornalismo da "pressappoco" in pillole: scadenti, riciclate e ridicole. È la stampa, bellezza! Ieri vale anche – un po' a sorpresa – per Luigi Cancrini ("Unità", p. 37: "L'Unità da Pio XII a Marchionne") che spericolato mette in parallelo l'odierno odioso veto al giornale nelle bacheche di talune fabbriche con i tempi della sua fanciullezza, quando – scrive – per "i lettori" del giornale c'era la "scomunica". Beh! A parte il fatto che le cose non stavano così, e che per la scomunica ci voleva ben altro, Cancrini ha dimenticato che tempi erano, quelli, che Pci era, quello, con quegli statuti in cui era d'obbligo la filosofia del marxismo leninismo, e che comunismo vigeva, a quei tempi, tra Lenin, Stalin, l'invasione dell'Europa dell'Est e la Chiesa del silenzio (obbligato e per decenni). "Amarcord"? A proposito: stessa "Unità" (pp. 22 e 23) bel ricordo di Enrico Berlinguer. Lui l'Urss e "L'Unità" del 1949 le ricordava benissimo, e non ne era nostalgico! È il caso di non dimenticarlo.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI