mercoledì 11 luglio 2018
Tra le pagine neotestamentarie che parlano della mediazione di Gesù riguardo al creato bisogna che ne ricordiamo una nella sua estensione: «Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte in lui sussistono. Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa» (Cfr Col 1,16-18). Se da una parte sarebbe interessante andare a indagare cosa significhi che il Cristo mediatore dia sussistenza a tutte le cose, dall'altra parte è più appassionante ancora tenere presente in questo testo la comparsa del termine "Chiesa". Colui in vista del quale tutto è stato creato è il capo di questo corpo, ossia principio di vitalità per questo organismo. La domanda che ne nasce di conseguenza riguarda il ruolo della Chiesa rispetto al creato. Come essa partecipa alla ministerialità del suo Capo rispetto a tutto quanto è prodotto da Dio tramite il Capo stesso? Può la Chiesa vivere nel creato senza essere memoria viva e presenza efficace di colui che è principio di vita per tutte le cose? Sarebbe pensabile una Chiesa vivente a pieno titolo nella creazione senza rendervi presente colui dal quale entrambe provengono e verso il quale sono dirette? La mediazione di Gesù rispetto al creato non è solitaria, ma nuziale. Egli la vive insieme alla sua Chiesa.
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