venerdì 1 aprile 2022
Si sono accorti che era scomparsa solo perché gli spettatori dei locali a luci rosse protestavano: la star attesa sul palco, non c'era. Ma Carol, 26 anni, era già morta. Un delitto tanto atroce da farsi leggere, pure in giorni come questi. Una ragazza di buona famiglia a Sesto Calende, liceo, danza, equitazione. Una che a vent'anni ha il coraggio di tenere il figlio che aspetta. Ma, Carol è bellissima. Troppa bellezza può essere un rischio, quando ti scoppia addosso a sedici anni. È come avere d'improvviso una Ferrari, senza saperla guidare. Carol se ne va di casa e fa la commessa. Poi il lockdown, lei chiusa in un appartamento dell'hinterland milanese, a Rescaldina. Sola. Ma c'è un vicino, quarantenne, cortese. Un bancario. "Come sei bella Carol, facciamo qualche foto?" Nel lungo silenzio del lockdown Carol diventa Charlotte, pornostar su siti amatoriali. In un selfie di pochi mesi fa, senza trucco, sembra una ragazzina. Ma il vicino la persuade ancora ai video hard. Proprio durante un video l'ha massacrata, fatta a pezzi, nascosta per mesi, poi buttata come un rifiuto. Povera Carol, troppo bella per non attirare predoni, troppo sola per sapersene difendere. Povero bambino, che non vedrà più la mamma. Ogni immagine dall'Ucraina ci zittisce. Eppure quell'innocente casa bianca di Rescaldina, Milano, ci ricorda quanto male abita, silenzioso, nascosto, sotto la nostra pace.
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