In sospeso «punto» e contributi Inps
giovedì 31 ottobre 2013
Nel prossimo anno non aumenterà la remunerazione dei sacerdoti inseriti nel sistema di sostentamento del clero. È questa la decisione assunta dal Consiglio permanente della Conferenza Episcopale Italiana nel corso della recente sessione autunnale. Il calcolo della remunerazione si basa sulla somma dei punteggi personali riconosciuti al sacerdote secondo le funzioni assegnate, assumendo in 12,36 euro il valore monetario di un singolo «punto». Il nuovo stop agli adeguamenti annuali del «punto», sempre inferiori ai livelli ufficiali dell'inflazione rilevati dall'Istat, rappresenta un gesto di solidarietà della Chiesa italiana ai tanti cittadini e famiglie in difficoltà economiche e coinvolti in una crisi per ora incessante.Fermo il valore del «punto», l'importo della remunerazione potrà subire modifiche solo per effetto di variazioni nei servizi svolti del singolo sacerdote nell'esercizio del ministero pastorale a favore della diocesi di incardinazione. Le remunerazioni spettanti sono poi soggette alle ritenute ordinarie dell'Irpef e alle diverse addizionali regionali e comunali sul territorio. Per i ministri inseriti nel sistema di sostentamento, l'Istituto centrale (Icsc) provvederà a versare, per conto degli interessati, i contributi dovuti al Fondo di previdenza per il clero presso l'Inps.Contributi Inps. Di norma, nel corso del mese di novembre, viene pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il decreto ministeriale che, periodicamente, adegua l'importo dei contributi sacerdotali dovuti al Fondo Inps. Quest'anno la consuetudine incontra alcune difficoltà nel rispetto dei tempi. Non è escluso che il rallentamento della tempistica si rifletta sull'importo dei contributi dovuti nei primi mesi del 2014, che per ora restano provvisoriamente invariati.L'aggiornamento dei contributi è un'operazione che attraversa una complessa procedura di rilevazione, per legge diversa da quella che segue gli indici Istat, che impegna sia l'Inps sia il ministero del Lavoro. A causa di questa complessità, la rivalutazione annuale dei versamenti viene riferita a tre anni solari: a titolo definitivo per l'anno che precede il decreto di adeguamento, a titolo provvisorio per l'anno in corso e per quello successivo, validi fino alla emanazione di un nuovo decreto.L'importo del contributo annuale ora in corso di 1.607,04 euro (267,84 a bimestre oppure 133,92 mensili) resta quindi fermo e in vigore anche nei prossimi mesi. Da questo consegue che ogni iscritto al Fondo dovrà in seguito versare un conguaglio, maggiore del solito, a partire quando vedrà la luce l'atteso decreto di rivalutazione.Nuovi ministri. Al Fondo clero potranno mancare, a regime, i versamenti dei ministri di culto delle nuove confessioni religiose che hanno recentemente stipulato una Intesa con lo Stato. Nei singoli Accordi è prevista una semplice «facoltà» di iscrizione al Fondo, mentre nelle precedenti Intese è stato stabilito «l'obbligo» assicurativo per i relativi ministri.
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