Alleniamo il corpo, non sempre la mente
giovedì 9 maggio 2019
Filippo sta montando una mensola nella sua camera. Sbadatamente, il pezzo di legno gli scivola di mano. Con un movimento lestissimo prova ad afferrare l'oggetto prima che cada in terra e rimedia una sbucciatura sotto il pollice della mano sinistra. Senza pensarci un attimo prova a togliere il piccolo lembo di pelle, tirandolo con energia. Sente un dolore intenso e improvviso: sotto l'unghia si è creato un piccolo buco ed esce sangue. Filippo posa il trapano e corre a mettere il dito sotto l'acqua corrente. Messi disinfettante e cerotto, è convinto di poter tornare a fare il lavoretto che aveva iniziato. Non pensa che in ogni occasione in cui, da quel giorno ai successivi, sfiorerà con il dito qualsiasi cosa vedrà le stelle. E così gli accade: entra in auto e appoggia con troppa forza la mano sul volante. Prende un pacco voluminoso di cartone, l'angolo va a picchiare proprio sul pollice... «Maledizione, ma è possibile che questa minuscola parte del corpo sia così importante nelle cose che faccio tutti i giorni?».
È scocciato Filippo, per colpa di una leggerezza avverte un fastidio quotidiano, spalmato in diversi momenti della giornata. Eppure fino al giorno prima non aveva fatto caso all'importanza di quel pezzettino di pelle. La stessa cosa accade per altre parti del nostro corpo: ogni malessere che comprende una parte di noi ci condiziona la giornata. Provate a passare qualche giorno col mal di schiena, con un semplice taglio, con la congiuntivite o il mal di denti. Sono momenti noiosi per noi e per chi ci sta vicino. Capita di allenare il corpo, ma spesso dimentichiamo di allenare la nostra mente alla sua conoscenza profonda. La stessa cosa accade con le parole che usiamo ogni giorno. Possono essere un alito di vento, un balsamo per la pelle o una fastidiosa sbucciatura. «Le parole fanno un effetto in bocca e un altro negli orecchi», sostiene Alessandro Manzoni. Una parola spesa bene, nella stessa misura di una fastidiosa sbucciatura, può cambiare il destino di una giornata. Filippo per fortuna non è mancino.
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