mercoledì 1 marzo 2017
«È permesso?»: alla porta di casa bussano l'infermiera e la fisioterapista. Succede in alta Val Trebbia, al confine tra le province di Piacenza e Genova, grazie al progetto "Montagna solidale" promosso dall'Asl piacentina e dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano. In zone ad alta densità di residenti anziani, spesso disseminati in frazioni isolate e a forte rischio di fragilità, l'obiettivo è quello di tenere sotto controllo le condizioni degli abitanti over 74, oggi ancora autosufficienti, per aiutarli a rimanere il più possibile nel loro domicilio, accanto alla famiglia e alla realtà sociale in cui vivono da sempre.
Partito a novembre in via sperimentale in Val Nure, nei Comuni di Farini e Ferriere, il progetto si allarga ora a Zerba, Ottone, Cerignale e Cortebrugnatella in Val Trebbia. La fisioterapista Michela Pasini e l'infermiera Antonella Genesi, accompagnate dai medici di famiglia e dalle assistenti sociali, stanno visitando gli anziani per verificare le loro condizioni e registrarne i bisogni socio-sanitari. Le rilevazioni saranno inserite in una banca dati per un monitoraggio continuo. Questo lavoro – pressoché unico in Italia – serve a cogliere i precoci segnali di fragilità così da intervenire in modo mirato e tempestivo, attivando le reti sociali di comunità che possono essere d'aiuto.
Il legame con la terra che hanno lavorato con fatica è tutto per questi anziani: il progetto "Montagna solidale" si muove dentro una strategia di prevenzione che sostiene la persona senza sradicarla dal proprio contesto.
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