In “Havana noir” la Cuba anni Novanta
giovedì 21 settembre 2017
Il dattiloscritto gettato al vento, oltre che un finale a effetto, diventa l'immagine della vita stessa di Mario Conde, il poliziotto-scrittore protagonista di Havana noir, la serie in onda il martedì alle 21.10 su LaEffe (canale 139 di Sky), tratta dai romanzi del sessantaduenne cubano Leonardo Padura, che firma anche la sceneggiatura in collaborazione con la moglie e scrittrice Lucía López Coll. Ambientata nella Cuba degli anni Novanta, la serie è diretta dal regista spagnolo Felix Viscarret e racconta appunto la storia di un poliziotto amante del rum, delle sigarette e del jazz, insofferente alla gerarchia, profondamente nostalgico, con il sogno della scrittura. Mentre nella realtà si scontra con le perversioni di una città che nei suoi vicoli nasconde molti segreti tra omicidi efferati e traffici illeciti. Nei primi due episodi, tratti dal romanzo Venti di Quaresima, Conde (interpretato da Jorge Perugorría) è alle prese con l'omicidio di una giovane professoressa dalla doppia vita (irreprensibile quella scolastica, turbolenta quella privata), dedita all'alcol e alla droga, con più amanti, anche tra i suoi studenti. In contemporanea, il poliziotto-scrittore si innamora di una ragazza incontrata per caso ritrovando così anche l'ispirazione («Quando mi innamoro non riesco a smettere di scrivere»). Ma alla fine, mentre il caso sarà risolto e l'assassino assicurato alla giustizia, la relazione non avrà seguito, così come il romanzo. Le pagine al vento stanno a significare il fallimento di una storia d'amore, ma anche di una vita e di una generazione, che Havana noir racconta attraverso Conde e i suoi amici, in particolare Flaco, rimasto paralizzato per un proiettile rimediato in una guerra, quella in Angola, che nemmeno lui sa perché il suo Paese abbia combattuto. Al netto di scene di sesso abbastanza esplicite e dialoghi in materia piuttosto scabrosi, oltre a un linguaggio complessivo non certo da educande, la serie di LaEffe, portando sullo schermo quattro romanzi di Padula, propone una Cuba inedita, immersa in un'atmosfera malinconia e oscura, restituendo anche, attraverso il genere noir, lo scenario sociale e culturale nell'isola caraibica di quasi trent'anni fa con gli echi della caduta del Muro di Berlino e la fine dell'Unione Sovietica, anche se qui qualcuno continua a chiamarsi “compagno”.
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