giovedì 22 agosto 2002
A ognuno di voi abbiamo assegnato una regola e una via. Se Dio avesse voluto, avrebbe fatto di voi una comunità unica, ma ciò non ha fatto per provarvi in quello che vi ha dato. Gareggiate, dunque, nelle opere buone perché a Dio voi tutti tornerete. Allora Egli vi informerà di quelle cose per le quali ora siete in discordia.Così si legge nel Corano (5, 48). È interessante scoprire - anche attraverso questa citazione - quanto sia variegato e complesso l'islam, e come sia conveniente evitare schemi e luoghi comuni per distinguere e comprendere in profondità. Accanto a dichiarazioni nette e taglienti che hanno al nostro orecchio toni integralistici, ci imbattiamo in considerazioni come questa dove si riconosce nella pluralità e diversità religiosa un disegno divino.La discordia è indubbiamente una prova, un segno del limite umano; tuttavia Dio non irrompe nella storia cancellando la ricerca della sua creatura, i suoi sbagli, le sue deviazioni o parzialità. Ma, pazientemente, attende il nostro ritorno a lui, alla pienezza della comunione con la sua verità, compiuto l'itinerario delle domande e risposte imperfette. Certo, anche in questo percorso non ci lascia soli a brancolare nel buio, perché la sua rivelazione già balena nella storia. Ma non siamo ancora capaci di compiere una sintesi, di intuire la verità nella sua pienezza: sarà solo alla fine che Dio «ci informerà di quelle cose per le quali ora siamo in discordia». Rispetto degli altri e attesa della pienezza sono, allora, i due atteggiamenti del vero credente.
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