sabato 22 giugno 2019
Chi si occupa di sostenibilità sa che intorno ad alcune "questioni" cruciali si giocherà nei prossimi anni il ruolo di questo approccio strategico all'impresa. La prima riguarda il superamento del binomio "sostenibilità/ambiente", importantissimo oggi ma parziale rispetto ad una sostenibilità che deve coinvolgere elementi economici e sociali. La seconda sarà la capacità delle aziende che utilizzano realmente pratiche di Csr di farlo in modo più consapevole e di comunicarlo efficacemente così da creare una cultura vera e diffusa. Ne parlo con Fabrizio Cattelan, vicepresidente di Confindustria Udine e titolare di C.D.A., un'azienda "modello" nel mondo della sostenibilità. «Siamo nati nel maggio 1976 pochi giorni prima del terremoto – racconta Fabrizio – e quella storia fa parte delle nostre radici perché da allora l'idea di un rapporto proficuo con il territorio friulano è sempre stata al centro delle nostre scelte. Per anni abbiamo organizzato attività sostenibili ma in modo quasi inconsapevole finché, grazie ad "Anima Impresa", ho potuto partecipare ad alcuni seminari e via via la sostenibilità è divenuta una scelta consapevole e strategica e, di fatto, un modo di vivere». Anima Impresa, il cui presidente Fabio Pettarin è un imprenditore antesignano di questi temi, è un'associazione di Udine che da anni si occupa di creare cultura a sostegno della CSR, grazie a un team di persone preparatissime. La storia di Fabrizio e di C.D.A. è anche merito loro. «Credo che tutto parta dall'attenzione verso il contesto ambientale e sociale in cui viviamo – riprende Fabrizio – e dal desiderio di sentirsi responsabili del suo futuro. Noi ci occupiamo di "vending", gestiamo circa 5.000 distributori automatici di bevande e snack e ci siamo resi conto che potevamo fare moltissimo per il sistema in cui operiamo, a partire dalle nostre persone alle quali ad esempio dal 2015 ridistribuiamo una parte degli utili aziendali, godono di una polizza sanitaria integrativa e di altre attenzioni che fanno di questa azienda, a detta loro, una grande famiglia». Ma le attività di "responsabilità sociale" di C.D.A. sono numerosissime e sono valse all'azienda anche numerosi premi. «Da anni – spiega Fabrizio – stiamo inserendo nei nostri distributori prodotti realizzati appositamente con le aziende del nostro territorio, a km zero, così da valorizzare la diversità e sostenere le piccole e medie imprese; abbiamo dato vita a numerose iniziative a sostegno di realtà non profit dando l'opportunità di consumare prodotti equo sostenibili con un leggero sovrapprezzo che noi provvediamo a "raddoppiare" in sede di consuntivo così da aumentare il valore finale da elargire; sul fronte del riciclo poi collaboriamo con una startup che si occupa di produzione di funghi "bio" e usa come terriccio ideale i fondi di caffè che per noi rappresentavano un grosso problema mentre per loro sono un'opportunità. Per migliorare l'impatto ambientale del nostro parco automezzi abbiamo organizzato una formazione sulla guida "green" e oggi i consumi sono diminuiti del 10%. Ma la cosa di cui siamo forse più orgogliosi è l'aver contribuito come sponsor a portare un piccolo paese come Talmassons ad avere una squadra di volley femminile in A2, con delle ricadute positive sul territorio altissime». Fabrizio prosegue a raccontarmi con passione le mille attività che C.D.A. continua a sviluppare ed io mi chiedo quanto ogni contesto sarebbe più vivibile e redditizio se tutti noi, imprese e persone, ci prendessimo cura della casa comune.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI