giovedì 31 marzo 2016
Il volontariato prospera nei territori in cui è più forte il benessere sociale e ci sono meno diseguaglianze. Questo il messaggio che arriva dal Centro nazionale per il volontariato (Cnv) e dalla Fondazione volontariato e partecipazione (Fvp), che ieri alla Camera hanno presentato l'edizione 2016 del Festival del volontariato, in programma a Lucca dal 14 al 19 aprile. Secondo i dati del report che sarà diffuso al Festival, è più attivo nelle organizzazioni di volontariato chi vive situazioni di benessere personale, chi ha titoli di studio più elevati (nel 2014 il tasso tra i laureati è del 5,5%, tra chi ha la licenza media del 2,7%), chi ha un'occupazione stabile (3,8% rispetto al 2,4% di chi è in cerca di occupazione) e chi gode di ottime risorse economiche (5,3% contro il 2,4% di chi vive in ristrettezza). «In Italia c'è una stretta correlazione fra tasso di occupazione e tasso di volontariato – spiega il presidente del Cnv, Edoardo Patriarca – e in generale dove una comunità è matura il volontariato cresce». Nel Nord ovest, ad esempio, - si legge nel dossier - dove il tasso di occupazione è al 63,8%, il tasso di disoccupazione al 9,3% e il reddito familiare medio di 32.654 euro, il tasso di volontariato in associazioni registrate è del 4,2%, contro la media nazionale del 3,2%. In termini assoluti, significa che, in queste regioni, almeno 1.710.000 persone sono impegnate al servizio della comunità. Nel Mezzogiorno, invece, il tasso di volontariato è dell'1,7%, quello di occupazione del 41,8% e quello di disoccupazione del 20,7%. Una distanza da colmare aumentando le occasioni di lavoro.
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