martedì 13 maggio 2008
Lupus personalissimo: causa""pulci". Premessa: mai votato Dc. Lo avrei fatto nel 1948 e finché il comunismo era un vero pericolo anche da noi. Mai approvata l'identificazione tra Dc e valori cristiani. Spesso ho criticato i Dc, ma ho voluto molto bene a Zaccagnini, e stimato uomini come Moro e, solo come esempio, Guido Bodrato, e non ho mai avuto simpatie politiche per certa Dc romana e per Giulio Andreotti" Eppure leggendo l'ultimo "Venerdì" di "Repubblica" (9/5) resto disgustato. La copertina annuncia: "Scopriamo il volto del potere" e presenta un Andreotti visto di spalle, e dentro ben 8 pagine di foto e testo su un "nuovo" film presentato come «il più atteso a Cannes», il cui autore dichiara di aver «cercato (ma è falsa modestia, Ndr) di decifrare Andreotti». Leggi attento e trovi nel film solo il concentrato dei più vecchi luoghi comuni contro l'uomo e lo statista: nulla di nuovo e originale, solo la crema di chiacchiere e fatti presentati in modo da assumere sapore e colore di delitti e cinismo amorale, con veleno sfuggente che rende il personaggio solo oggetto di ripulsa, ma diffusa sotto ogni riga anche una gran carica di invidia... Una pena! Andreotti farà bene a far finta di niente: a me non è riuscito. È una brutta operazione di pubblicità banale e luoghi comuni a senso unico. Stessa banalità, forse controproducente, sempre copertina, lo "strillo": «Scalfari, il grande giornalista racconta il suo nuovo libro: io ragazzo, Dio e Cartesio». E allora? Per il film varrebbe la storica citazione di Togliatti: «pulci nella criniera del leone». Che nel caso fa bene a non ruggire.
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