domenica 24 agosto 2003
Confermo. Col caldo i vecchi vizi tornano a galla. Questa è proprio bella! Ieri, "Liberazione", p. 17, intervista di Fulvio Fania a Nicola Palumbi, biografo di don Giovanni Minzoni, ucciso dai fascisti ad Argenta 80 anni or sono, 23 agosto 1923. Nell'introduzione si racconta che in quell'anno "come di colpo Argenta" si cambiò da socialista in quasi tutta fascista". I "socialisti" del tempo divennero fascisti? Sì. Poi, dopo il 1945, i fascisti quasi tutti comunisti... Ma ecco il vecchio vizio. Il testo prosegue così: "I cattolici correvano in soccorso al vincitore". Eco amara di Flaiano, come noto, ma con un bel salto. Argenta "da socialista si cambiò in fascista"? E la colpa? È dei cattolici! Si bolle dal caldo. Capita anche per i cento anni dalla nascita di Raoul Follereau, "l'apostolo dei lebbrosi". Tutti sanno quanto fu sempre e integralmente cristiano e cattolico. Tra l'altro proprio questo suo cattolicesimo gli costò la negazione del Nobel per la Pace 1970. Ebbene, sempre "Liberazione" (18/8) ha un'intera pagina su Follereau, a firma Vittorio Bonanni: "Dalla parte degli ultimi. Una vita contro la lebbra e le ingiustizie". Si ricorda tutto, di "questo pacifista", salvo il suo essere cattolico. Vecchio vizio: la guerra fredda per qualcuno non finisce mai. Come il pregiudizio dell'estraneità. Fronte opposto: sul "Foglio" (14/8) Richard Newbury racconta il nascente anglicanesimo, ma chiama per due volte "presenza materiale" la "presenza reale" nell'Eucarestia. Nulla stona, nel grande sfoggio di conoscenze, come l'evidente ignoranza"
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